Troppo spesso gli interessi di chi fa questo mestiere si scontrano con quelli di chi si affida a loro per vendere online. Ecco come evitare delusioni e perdite di denaro.
Questo articolo è dedicato a chi ha già un ecommerce, ma ritiene di poterne migliorare i risultati, e a chi ha il desiderio di costruirne uno per la sua attività.
È dedicato, dunque, a imprenditori, liberi professionisti, commercianti e artigiani che vogliono implementare, grazie agli strumenti di vendita online, i loro utili aziendali.
Dato per scontato che il fai-da-te non può funzionare (ho già scritto molto su questo tema), la parolina magica che realizza ogni desiderio è: web agency.
Una “magia” che, purtroppo, la maggior parte delle volte si traduce in altri due termini: delusione, perdita.
E, allora, cercherò di fornire un po’ di “istruzioni per l’uso”, per valutare se una web agency meriti o meno la tua fiducia e, di conseguenza, il tuo denaro.
Nel mondo attuale, ma soprattutto a causa di certi vizi tutti italiani, è condivisibile che prima di avviare un progetto qualsiasi professionista richieda un acconto a tutela del suo lavoro. Tuttavia non si può spostare sul committente tutto il rischio d’impresa.
Ecco, dunque, cosa pretendere da una web agency, prima ancora di averle girato un solo euro del tuo conto in banca. Ovviamente, mi sto riferendo al solo settore delle vendite online.
Normalmente una web agency tende a costruire il prima possibile il sito ecommerce, se ancora non ce l’hai, oppure a impostare le campagne di marketing, se la tua richiesta è quella di avviare campagne pubblicitarie.
Fa il lavoro, esegue il suo compitino, incassa e non risponde più al telefono. Così non va.
Difatti, è normale che ogni impresa tenda a limitare i costi della propria attività e ad aumentare i margini della propria redditività. In questo specifico caso, però, quello della web agency è un interesse unilaterale che contrasta con gli interessi del suo cliente.
E ti spiego perché.
Limitare i costi significa ridurre al minimo le ore di lavoro dedicate ad un progetto. Per ottenere questo, nella fattispecie, le web agency lavorano su template di facile uso, ma di scarso valore e completezza.
Creato il primo danno, poi proseguono lanciando messaggi pubblicitari nel mare magnum di internet. Se poi gli annunci non rendono, attribuiscono ogni colpa al cliente, al suo prodotto e a quanto poco ha investito nel marketing.
È una canzone che conosciamo a memoria.
Peraltro, spesso questo tipo di attività viene affidata a personale junior, con poca esperienza e che costa molto meno. A volte sono perfino stagisti che lavorano gratis.
In questo strano modo di definirsi professionali verso il cliente, ho visto disastri provocati sia big agency come da micro strutture.
Il vero problema è che il cliente non conosce a fondo il mondo delle vendite online e quindi si affida totalmente a terzi. A volte capaci, a volte incapaci, a volte persino disonesti.
Ovviamente non si può attribuire al cliente la colpa di una scelta sbagliata, perché vendere online non è mai stato il suo mestiere.
E, allora, come va valutata una web agency, prima di accettare una sua proposta di collaborazione?
Innanzi tutto c’è da diffidare da chi offre soluzioni immediate. Nessuno ha in mano la sfera di cristallo e nessuno può permettersi promesse avventate. Sia sul piano dei risultati, sia sul piano tecnologico, sia sul piano degli strumenti di marketing.
I risultati sono il frutto di una strategia che varia da soggetto a soggetto, da prodotto a prodotto, da acquirente ad acquirente.
E non significa davvero nulla la scelta a priori di una piattaforma piuttosto che un’altra (sul piano tecnologico va prima esaminato il progetto e le strategie per attuarlo), o di un canale pubblicitario piuttosto che un altro.
Quindi, se una web agency vuole veramente fare l’interesse del suo cliente, ciò che si deve pretendere da lei è l’elaborazione di un percorso personalizzato, che parta da una diagnosi e arrivi alla ottimizzazione dei risultati, rendendo autonomo e indipendente il cliente nella sue scelte.
Capisco che è necessario entrare più nello specifico delle varie fasi del percorso che, come tale, deve prevedere un graduale e crescente impegno della web agency, nel tempo al fianco del cliente.
La prima fase, dunque, è la diagnosi che, come ho più volte scritto, analizza il prodotto o il servizio in vendita, lo confronta con le potenzialità del mercato e con le offerte della concorrenza.
La diagnosi deve anche individuare con precisione la profilazione degli acquirenti (buyer persona), le loro abitudini di acquisto e le loro motivazioni di soddisfazione.
Ricavati questi dati e confrontati con il cliente, si passa alla realizzazione pratica della piattaforma di vendita e della grafica.
Già in questa fase deve iniziare un processo di formazione del cliente, sulla scelta e produzione dei materiali, compresi i contenuti testuali.
La formazione dovrà proseguire fino all’ultima delle fasi che ti sto descrivendo. Il cliente deve imparare a conoscere e a gestire il mondo delle vendite online, anche sul piano della comunicazione.
Tutti sono bravi ad insegnare proponendo corsi a pagamento. In verità il cliente deve avere diritto a una formazione gratuita da parte della web agency che lo ha preso in consegna.
Una volta creato il sito ecommerce, è compito della web agency provvedere al fatto che siano in ordine tutti gli strumenti che sono indispensabili per una analisi del traffico, degli ordini, degli abbandoni e dei ritorni sulle campagne di marketing.
Sono dati che il cliente deve imparare a padroneggiare, per controllare lui stesso che la web agency non svolga operazioni contrarie ai suoi stessi interessi commerciali. Anche in questo caso, dunque, deve essere stato previsto un percorso di formazione irrinunciabile.
Ed arriviamo al marketing. Ogni messaggio deve essere funzionale sulla base dei dati raccolti durante tutte le fasi precedenti.
Il marketing non serve soltanto a vendere, ma anche a rafforzare la propria presenza in rete.
Ogni campagna va confezionata su misura per il cliente, e non soltanto nelle poche parole destinate ad un messaggio pubblicitario.
Gli strumenti di marketing sono diversi e non sempre è opportuno passare da un messaggio pubblicitario ad una vendita diretta. A volte, agendo in questo modo, si rischia di perdere l’acquirente che, prima di acquistare, va educato sul prodotto.
Esistono strategie di cui il cliente va informato, per non rischiare di buttare i soldi in campagne senza esito.
Come vedi, dunque, ciò che si deve pretendere da una web agency è un impegno costante e predefinito su un percorso da seguire insieme, con un affiancamento costante.
Sono molte le web agency che ne stanno alla larga, perché comprendi bene che per loro significa fatica, impegno, professionalità, competenza.
Certo, se viene dato tutto questo a un cliente (sempreché ve ne siano i presupposti), cresce il tempo dedicato e la qualità del lavoro da svolgere. Non basta uno stagista.
Tuttavia non è la diversità di qualche migliaio di euro sul preventivo che deve spaventare, quanto invece il pericolo molto consistente che, pur spendendo meno, poco o tanto che sia risulti denaro che si volatilizza nel nulla.
Troppo spesso c’è una sorta di dicotomia tra gli interessi di una web agency e quelli del cliente.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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