Il celebre negozio online, in cui si vendevano persino i caschi per le galline, in un solo anno perde circa il 76% del suo fatturato e quasi tutta la sua capitalizzazione
L’idea era nata nel 2013, quando un ex ingegnere di Google, Peter Szulczewski, aveva inventato un’applicazione (poi divenuta piattaforma e-commerce) per accogliere su Internet commercianti stravaganti e spesso improvvisati.
Su Wish, questo il nome, si è cominciato a vendere di tutto, dai caschi per le galline alla riproduzione tridimensionale della testa di Matt Demon. E gli affari hanno cominciato a viaggiare a gonfie vele.
Ma la festa dell’inutile è finita. I consumatori hanno capito che il web non è più un gioco, ma uno strumento che accompagna la nostra vita reale. Così la scarsa dedizione verso il consumatore, di chi si è posto in vendita su Wish, ha provocato l’ineluttabile crollo di tutto quel sistema.
In un solo anno Wish è passato da 101 milioni a 24 milioni di utenti e le vendite sono calate del 76%. Il titolo, quotato in borsa, è passato da un valore di 24 dollari nel 2020 agli attuali 2 dollari.
Vendere su Internet non è più un giochino e, per questo, la fantasia c’entra molto poco. Ci vuole professionalità, consapevolezza e concretezza.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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