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Vendere su Amazon favorisce il suo nuovo attacco alle PMI

La prossima apertura di un supermarket dedicato all’abbigliamento è il segno di come il colosso americano miri a diventare l’unico negozio al mondo

Più volte il nostro Magazine si è espresso con argomentazioni che tendono a sconsigliare le imprese italiane ad affidarsi ad Amazon per le vendite online dei propri prodotti.

Il nostro parere è consolidato da una lunga esperienza nel mondo degli e-commerce, che ci fa constatare quanto sia pericolosa questa strategia per il futuro e la stessa sopravvivenza di un’azienda.

Amazon persegue l’idea originale e dichiarata del suo fondatore, Jeff Bezos, che è quella di diventare l’unico negozio al mondo, padroneggiando sui piccoli e medi produttori, fino ad arrivare ai grandi brand.

Su questa linea si colloca anche l’ultimo attacco di Amazon alla imprenditoria privata, che prevede l’apertura del suo primo supermarket fisico, interamente dedicato al settore dell’abbigliamento.

Ecco come funziona e perché è un grave, ulteriore segnale di attenzione che è bene non sottovalutare. Per ogni tipo di attività.

Abbiamo detto che le politiche commerciali di Amazon, benché in massima parte legali (aldilà degli interventi dei vari Garanti), creano incertezza nel futuro delle aziende. Non è un caso che i grandi brand stiano gradualmente abbandonando il marketplace americano.

Difatti, nonostante nei primi tempi di presenza su Amazon un’azienda possa sentirsi gratificata per un aumento dei suoi fatturati, non è su questa piattaforma di vendita che può essere costruito il futuro dei privati.

Amazon è un soggetto terzo e coltiva prevalentemente il proprio interesse, che contrasta con quello dei suoi venditori.

  • Lo contrasta nella politica dei prezzi
  • Lo contrasta nella politica dei resi
  • Lo contrasta nei costi delle provvigioni
  • Lo contrasta come ricerche sulla concorrenza
  • Lo contrasta come strapotere sugli account
  • Lo contrasta nella gestione della lista-clienti

Tutti elementi di contrasto che, lo ripeto, vanno nella direzione di acquisire sempre più possesso del mercato e, di conseguenza, esserne l’unico dominatore.

Lo dimostra anche l’ultima iniziativa di Amazon, resa nota in questi giorni dal Wall Street Journal che già ne aveva dato anticipazione nello scorso mese di settembre.

All’interno del presidio commerciale The Americana at Brand di Glendale, in California, Amazon sta aprendo un proprio supermercato dell’abbigliamento, che prende il nome di Amazon Style.

È il primo di una grande serie di negozi che presto invaderanno anche altri Paesi.

In realtà, si tratta di un punto di acquisto fisico che segue ed amplia un progetto già nato nel 2016, che si chiamava Amazon Go, divenuto poi una realtà più consistente nel febbraio 2020, quando assunse proporzioni più concrete in un centro commerciale di Seattle.

In realtà, Amazon Go è stato solo un primo passo verso la conquista dei mercati fisici tradizionali. A Seattle si poteva solo provare o ritirare ciò che già si era acquistato online.

Il nuovo centro di abbigliamento di Glendale, Amazon Style, ha invece caratteristiche completamente diverse ed è la dimostrazione di come Amazon stia correndo ad affiancare ai suoi mercati su Internet, anche quelli di tipo tradizionale.

Vale a dire che, dopo avere conquistato un vasto pubblico online, ora si propone di riportare quel pubblico anche sul mercato tradizionale, per diventare unico e incontrastato padrone dei due mercati. Con il beneficio della omnicanalità, di cui abbiamo parlato in un nostro recente editoriale.

Potrebbe anche succedere che, una volta preso il controllo delle vendite di ogni settore e sbaragliato ogni concorrenza, Amazon decida di chiudere uno dei due mercati a seconda della propria convenienza commerciale.

Ma non andiamo troppo in là, anche se prevedere il futuro non è una cattiva regola per evitare di commettere errori nel presente.

Amazon Style, dunque, si accinge ad aprire il primo negozio fisico in California e questo avverrà presumibilmente entro la fine dell’anno, come preannunciato dalla società stessa.

Le caratteristiche di questo negozio sono molto diverse da quelle di Amazon Go, in quanto negli spazi di Amazon Style è possibile effettuare gli acquisti e passare alla cassa, come avviene in un qualsiasi supermercato.

ecco come funzionerà
il nuovo supermercato di Amazon

Certamente Amazon è davvero capace nel mettere in atto strategie di vendita sfruttando tutte le nuove tecnologie, che offrono al consumatore un’esperienza di acquisto diversa ed affascinante.

Prendiamo dunque a campione la signora Marina X, nome del tutto inventato, che sta aggirandosi per i negozi del grande mall di Glendale.

Vede le vetrine di Amazon che espone capi di abbigliamento e decide di entrare. Non trova commessi, ma diversi schermi sui quali può individuare e ordinare i capi di abbigliamento che decide di provare prima di un possibile acquisto.

A computer gli vengono proposti i capi richiesti, le eventuali variazioni, i prodotti correlati e le testimonianze dei clienti che li hanno provati prima di lei.

Marina X, dunque, si trova di fronte a tante possibilità di scelta e ad eventuali offerte di bundle, cioè di associazione tra i vari prodotti con la possibilità di ottenere sconti sullo scontrino finale.

Marina X, quindi, decide di provare un paio di pantaloni, una blusa, una cintura e una borsetta. Non ha problema di disponibilità finanziaria e vuole gratificarsi il più possibile.

Mette i vari prodotti nel carrello, come si farebbe con un qualsiasi e-commerce e, a quel punto, le viene assegnato il numero di un camerino e le viene indicato il percorso con cui raggiungerlo.

Il camerino è vuoto, cioè non deve attendere che se ne liberi uno, e dentro ci trova già tutti i prodotti da lei ordinati.

Il camerino è dotato anch’esso di uno schermo touch con cui richiedere altri colori, taglie o prodotti. Ovviamente, su quello schermo si possono acquistare online anche i prodotti di qualsiasi altro tipo, in vendita su Amazon, per farseli consegnare a casa.

In pratica, mentre Marina X rinnova il suo guardaroba, può anche fare la spesa da mettere in frigo.

Certamente si tratta di uno shopping rivoluzionario. Tanto di cappello a chi se lo è inventato.

Ma le imprese italiane non lavorano per fare i complimenti ad Amazon. Semmai possono prendere spunto dalle sue innovazioni.

Credo che non sia così avveniristico dire che, prima o poi, gli spazi che Amazon occuperà in quel centro commerciale californiano saranno sempre più grandi e, forse, lo invaderanno tutto.

E così nel mondo. Piano piano, tutti gli altri grandi centri commerciali arriveranno a coinvolgere milioni e milioni di visitatori fisici, oltre agli attuali 2,5 miliardi di quei visitatori che già oggi acquistano online.

come ridimensionare
la grande marcia di Amazon

Per porre dei limiti allo strapotere di Amazon, bisogna chiedersi chi sono coloro che alimentano le vendite di Amazon. A sostenere la crescita di Amazon sono principalmente i piccoli produttori che, abbagliati dalla possibilità di aprirsi un loro mercato online, affidano le loro vendite al colosso americano e, con esse, una grande parte dei loro guadagni.

Non preservando, tra l’altro, la propria lista clienti, vero e proprio patrimonio di qualsiasi azienda e attività.

Alimentare Amazon con il proprio lavoro significa essere pagati per qualche tempo, consegnando per sempre ad altri il proprio sviluppo e la propria impresa. Salvo che non si voglia svuotare un magazzino in tempi brevi o per operazioni spot, non finalizzate ad una strategia di crescita per il futuro.

Se Amazon, come ha dichiarato Jeff Bezos già nel 2016, vuole diventare l’unico negozio al mondo, è chiaro che Amazon è il concorrente principale di qualsiasi attività industriale, manifatturiera o commerciale che sia.

Bisogna avere molto chiaro questo processo e non cedere al richiamo delle sirene, così come stanno facendo anche alcune web agency che si sono messe al servizio di Amazon stessa.

A nostro modo di vedere, essere Amazon-partner non significa essere dalla parte del proprio cliente, ma ipotizzare un Paese delle Meraviglie tanto gradito a Collodi, ma che nella realtà non esiste.

È indubbio che essere online con proprie vendite non è più soltanto il futuro di un’impresa, ma è anche un presente indispensabile, sia nel B2C che nel B2B, come più volte abbiamo scritto sul Magazine di evoluzionecommerce.

Tuttavia la scelta di un proprio e-commerce è l’unica che debba essere presa in considerazione se un imprenditore tiene alla propria autonomia.

La crescita sarà costante e terrà nel tempo, lontana dalle frenesie di un mercato dominato da un unico player.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

Scopri di più sul "Focus del mese"

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