Alcune grandi catene stanno correndo ai ripari imponendo una tassa sugli oggetti restituiti. Negli Stai Uniti, l’anno scorso, il danno è stato pari a 218 miliardi di dollari
Il portale Modaes.com riporta i dati della National Retail Federation in relazione al traffico dei resi sugli acquisti online.
Nel 2021 la percentuale globale di reso, per quanto riguarda gli Stati Uniti, è stata pari al 20,8% degli acquisti per un totale di 218 miliardi di dollari.
A favorire questo fenomeno è stata, tra l’altro, la politica di Amazon che, molto spesso, accoglie le richieste dei restitutori seriali senza richiedere alcuna giustificazione. Spesso non imponendo neppure la restituzione di quanto acquistato.
Il restitutore seriale è colui che acquista online, utilizza quanto ha comprato e poi lo restituisce facendosi rimborsare quanto ha speso. Una pratica piuttosto comune soprattutto nel mondo della moda.
Tuttavia, già da qualche mese, alcune catene sono corse ai ripari. Hanno introdotto un ticket di restituzione. Una sorta di tassa che viene trattenuta sui rimborsi.
Nel Regno Unito è pari a 1,95 sterline, mentre in Australia si aggira intorno agli 8 dollari.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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