Si tratta di inutili furbizie, ormai facilmente individuabili, che giocano contro gli stessi possessori dei negozi online
L’Unione Europea ha avviato una indagine su oltre 200 siti e-commerce per controllare la veridicità delle informazioni, che vengono erogate, relative ai prodotti in vendita e al gradimento da parte degli acquirenti.
Oltre la metà dei siti analizzati è risultata inadempiente sotto diversi profili, primo fra tutti quello delle testimonianze.
A dire il vero, l’UE parla di una vera e propria trappola e di gravi mistificazioni riferendosi alle false recensioni, che invitano a non dubitare della bontà dei prodotti e della serietà di chi li mette in vendita.
Quello delle testimonianze fasulle, purtroppo, è una piaga molto visibile soprattutto in quegli e-commerce fai-da-te, in cui i venditori non si affidano ad esperti del settore, sia per costruire il proprio e-commerce, sia per addentrarsi nelle logiche della comunicazione online.
Tra gli e-commerce fai-da-te si includono anche quei negozi online realizzati dallo smanettone di famiglia o dalla “web agency sotto-casa”.
Tuttavia, ormai, una recensione falsa è facilmente individuabile da parte di chi acquista. Gli stessi motori di ricerca e i social perfezionano sempre di più i loro algoritmi per intercettare anche queste inutili furbizie.
Una falsa testimonianza, dunque, sarà sempre un boomerang per chi vende. È chiaro che se si affida al falso, il motivo è che non riesce a raccogliere pareri positivi reali.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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