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Queste le migliori web agency italiane di cui non puoi fidarti

Nel nostro precedente articolo promettevo che presto avrei parlato della difficoltà in cui le aziende si trovano, quando devono scegliere una agenzia web per costruire o rifare il proprio sito o ecommerce. Oggi cerco di dare delle risposte al quesito, indicando quali sono le agenzie da cui bisogna tenersi a debita distanza. Vediamo innanzi tutto […]

Nel nostro precedente articolo promettevo che presto avrei parlato della difficoltà in cui le aziende si trovano, quando devono scegliere una agenzia web per costruire o rifare il proprio sito o ecommerce.

Oggi cerco di dare delle risposte al quesito, indicando quali sono le agenzie da cui bisogna tenersi a debita distanza.

Vediamo innanzi tutto qual è il percorso che generalmente fa un bravo imprenditore (o libero professionista) quando si appresta ad affrontare il problema.

Il web non è il suo territorio quindi, prima di rivolgersi a qualche agenzia per lo sviluppo del suo sito o del suo ecommerce, cerca di informarsi leggendo qua e là su internet i commenti di altri imprenditori, le loro vicissitudini.

Quello di andare a leggere ciò che altri hanno già vissuto è certamente una buona strada da percorrere, salvo identificare quali sono le testimonianze reali e quali quelle truccate.

Il secondo passaggio è generalmente quello di approfondire nelle statistiche, di cui Google è stracolmo, se effettivamente una presenza online, che non sia soltanto una vetrina, conviene e quali siano i vantaggi. Non tutte le imprese, difatti, sono adatte per avere successo.

Il terzo passaggio è quello di fare un check su quanto possa essere il costo del progetto online che si vuole sviluppare.

Devo dire che, purtroppo, molto spesso questo terzo passaggio è il primo di cui ci si interessa. Non sto a ribadire perché questo sia un errore, in quanto l’ho scritto più volte in altri articoli di evoluzionecommerce.

Ottenuta una infarinatura di base, il quarto e ultimo passaggio è la ricerca della web agency, che normalmente avviene con il passaparola (magari fosse sempre così!) o con una ricerca su Google.

E qui cominciano (anzi continuano) le dolenti note. Difatti molte agenzie, anche tra le più rinomate, si avvalgono dell’opera di bravi venditori che però non sono dei bravi consulenti.

Il loro progetto è quello di emettere al più presto una fattura da fare pagare la cliente.

L’ideale è dunque riuscire a piazzare un lavoro facile e veloce,  salvo poi abbandonare il cliente a se stesso, perché seguirlo costa in termini di tempo, di fatica e di competenza.

Certo, anche la competenza costa. Per essere competenti bisogna essere preparati, quindi significa investire in corsi di formazione, parola che per molte agenzie esiste solo nel vocabolario.

Difatti, vediamo di analizzare come sono organizzate la maggior parte di quelle che si propongono come le migliori web agency in Italia (solo uno sparuto numero non è come sto per descriverti).

Entrando nei loro siti, ti accorgi che offrono una miriade di servizi, ma se entri più nello specifico ti accorgi anche che sono strutturate sull’operatività di dipendenti e di stagisti interni.

Ti accolgono con un’ottima immagine di professionalità, puntando principalmente sul fatto che tu sei già predisposto ad affidarti a loro. Sei conscio che ne sanno più di te e quindi tendi a immaginare che siano le persone giuste per aiutarti a raggiungere un buon risultato.

Confidando dunque nella tua predisposizione a seguire i loro consigli, inevitabilmente ti portano ad acquistare ciò che conviene di più a loro. A loro e non a te.

E ciò che a loro più conviene è esattamente quello che i loro dipendenti o stagisti sanno fare. Ripetutamente per tutti e in tempi brevi. Nulla di più. Magari utilizzando un template da 60 dollari, che rivendono a te per diverse migliaia di euro.

Poca importanza ha il fatto che tu abbia bisogno di qualcosa che calzi a pennello sulla tua azienda. Loro si muovono senza particolare flessibilità nei limiti dei loro confini, ma a te lo nascondono accuratamente.

Tra poco ti farò un esempio che chiarirà molto bene quello che ti sto dicendo.

Scusami se sono fin troppo esplicito nel descriverti questo lato negativo del mondo del web. Purtroppo ogni giorno vediamo imprenditori delusi dal lavoro delle web agency e dei soldi che hanno gettato al vento.

A me sinceramente rattrista molto, ma soprattutto mi dispiace il fatto che alcuni si convincano che è stata sbagliata la loro scelta di intraprendere la strada di internet per sviluppare nuovi fatturati e una maggiore brand reputation.

Non è questo l’errore. La richiesta di transazioni commerciali online cresce ogni anno con percentuali a doppia cifra. Il web è una grande occasione che è meglio non lasciarsi sfuggire.

E non si può neppure parlare di errore da parte degli imprenditori, perché nessuno ha mai parlato loro chiaramente, spiegando con esattezza cosa è necessario fare per avere successo anche online.

Nell’esperienza che abbiamo accumulato dagli Anni 90 in poi, noi vediamo che ogni giorno veniamo a contatto con realtà aziendali molto diverse tra loro. Sia per il settore merceologico, sia per l’organizzazione interna.

Mi domando dunque come faccia una struttura che non sia flessibile, come una web agency, a raccogliere e risolvere esigenze così disparate.

Il problema, dunque, non sta nell’imprenditore, che in perfetta buona fede sta navigando tra onde a lui sconosciute. Il problema risiede invece in chi dovrebbe avere competenze molto vaste e non le ha.

Non può averle perché la tuttologia non è una scienza, ma fantascienza.  

Oggi una web agency di cui fidarsi, a mio avviso, non può essersi sviluppata al suo interno come un’azienda tradizionale. Il settore in cui lavora (internet) è un mondo che più rivoluzionario non può essere. Rivoluzionario e in continua evoluzione.

Ecco delineato il profilo delle agenzie, designer, sviluppatori web di cui io non mi fiderei mai.

Quando sento parlare molti politici, mi rendo conto che tutti sanno cosa fare, ma nessuno dice come si dovrebbe fare. Per questo, cerco di evitare lo stesso errore e ti dico qual è la mia opinione in merito.

Innanzi tutto il cliente non va accolto solo con professionalità e con la dovuta cortesia. Offrirgli il caffè va bene, meglio se chi te lo offre è una segretaria giovane e carina. Va bene presentarsi in giacca e cravatta in un ambiente dinamico e moderno.

Tuttavia la cosa più importante è avere rispetto del cliente. Il rispetto formale è gradito (anche se ogni pomposità è sempre il cliente che la paga) ma non basta. Il rispetto deve essere sostanziale.

Lasciami ripetere ancora una volta queste parole: rispetto sostanziale!

È troppo facile cercare di convincere un cliente della tua professionalità, parlandogli di tecnologia e di piattaforme, infarcendo ogni prospettiva di lavoro con terminologie che ti lasciano a bocca aperta.

Una brava web agency non ha bisogno di venditori-imbonitori. Ha bisogno di consulenti efficaci. Sono certo che, fin dal primo approccio con un tuo interlocutore, tu ne sai cogliere la differenza.

Ti dico una cosa che forse ti farà sorridere.

La grande scoperta che ho fatto nel tempo è che le vere web agency, quelle che fanno fruttare il tuo investimento per il tuo sito o il tuo ecommerce, cioè quelle di cui ti puoi fidare, il più delle volte non sono le agenzie web.

Ragioniamoci insieme. Ipotizziamo di essere degli osservatori in una sala riunioni di una qualsiasi web agency.

Nel corso di una settimana vediamo sfilare diversi clienti che chiedono di aprire un ecommerce o di avere un sito che sia in grado di migliorare la loro reputazione aziendale.

Gli esperti dell’agenzia, che poi non sono esperti ma semplici commerciali che forse solo qualche mese prima vendevano tutt’altro, si trovano di fronte a queste richieste:

  • lunedì – Una onlus vuole mettere in vendita piccoli oggetti artigianali per raccogliere fondi destinati ad opere di volontariato. Non sa da che parte cominciare ma sa che vuole spendere poco.
  • martedì – Un architetto vuole presentare i suoi progetti alle Pubbliche Amministrazioni e, nel contempo, cerca finanziamenti per finanziarli attraverso una piattaforma di crowdfunding.
  • mercoledì – Un produttore di scarpe di alta gamma comprende che il presente e il futuro della sua azienda non possa fare a meno delle vendite online. Richiede l’elaborazione di un business plan.
  • giovedì – Un negozio per la caccia e la pesca, situato in un territorio in cui non è ancora leader, vuole raggiungere il massimo prestigio attraverso una strategia di multicanalità.
  • venerdì – Un oleificio è disperato perché ha speso un mucchio di soldi per il suo ecommerce. Il design è bello, i prodotti sono buoni, ma le campagne di marketing sono un disastro, a tal punto che si è accorto di avere speso di più di quanto ha guadagnato.

Cinque giorni e cinque realtà diverse.

Mettiamo pure che la web agency abbia una decina e più tra dipendenti e stagisti. La maggior parte delle volte, il suo interesse è quello di pagarli poco e farli lavorare tanto. Non sono d’accordo, ma purtroppo il mercato del lavoro è impostato così.

Al cliente del lunedì, assegnerà un dipendente o stagista che adesso è libero e che il giorno prima aveva lavorato per il cliente del venerdì. A quello del martedì … eccetera, eccetera.

Il mondo del web ha delle sue peculiarità, che non esistono in nessun altro settore. Per fare un esempio, se io produco automobili, assumerò dipendenti che istruisco su quella determinata catena di montaggio e li specializzo in quel settore.

Su internet le specializzazioni sono milioni. Quindi, se voglio lavorare al top di ogni specializzazione non posso contare solo sulle competenze dei miei dipendenti.

Il top delle professionalità, sul web, sono liberi professionisti con cui si devono instaurare collaborazioni continuative nei singoli settori di loro competenza.

Un professionista top si fa pagare molto, questo è vero, ma non è con il risparmio sulle competenze che si possono servire adeguatamente i clienti che si affidano a noi.

Tu che sei l’imprenditore, dunque, devi essere cosciente di questo.

Pensa che, se tu non stessi attento a questa enorme differenza che c’è tra chi lavora nel mondo virtuale e chi lavora nel mondo reale, sarebbe come non preoccuparsi del fatto che, dovendoti operare alle tonsille, il bisturi sia nelle mani di un ortopedico che ingessa le caviglie.

Pertanto, per chiudere il cerchio, come più volte ho scritto negli articoli di evoluzionecommerce, il punto di partenza è un bravo consulente che non è certamente un tuttologo, ma che è colui capace di individuare qual è la strada più congrua per i tuoi interessi.

È colui che raccoglie le tue esigenze, indaga il mercato, fissa con te le migliori strategie e poi, per tuo conto, sa come e con chi interfacciarsi al top di ogni competenza settoriale.

È come il medico che individua le tue necessità e ti cura con i farmaci migliori, quelli più adatti alla tua persona.

Capisco che l’argomento possa sembrare complesso, ma questa è l’evoluzione del mercato e quella che ti ho fatto è parte della sua rappresentazione.

Scappare di fronte alle difficoltà non è mai una buona strategia. Esserne consapevoli, sì.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

Scopri di più sul "Focus del mese"

2 risposte a “Queste le migliori web agency italiane di cui non puoi fidarti”

  1. luca marcon ha detto:

    Ottimo articolo, molto interessante! Mi ha fatto venir voglia di leggere la vostra guida!

    • Lorenzo ha detto:

      Grazie Luca. Spero che ti possa essere davvero utile. In ogni caso restiamo in contatto.

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