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Google SEO: perché spesso se ne parla a sproposito

Si tratta di un’attività molto complessa dalla quale molte web agency traggono ingiustificati profitti. Per il bene delle imprese va fatta un po’ di chiarezza

Prima di dare una definizione di SEO, cosa che non serve a chiarire di cosa si tratta, consentitemi una premessa.

Molte web agency si pavoneggiano nell’autoreferenziarsi come esperti di chissà quali magiche scritture html, capaci di sospingere i siti da loro costruiti nella prima pagina di Google.

Dunque, prima di addentrarci nei meandri della SEO, cosa che intende fare questo articolo del nostro Magazine, è bene chiarire che di magico non c’è nulla e che le scritture html sono solo una ridottissima parte del grande lavoro, che va eseguito passo dopo passo e che serve per posizionare un e-commerce all’interno del motore di ricerca.

Un’attività tanto complessa, quanto affascinante senza la quale non esiste alcuna possibilità di successo online. È dunque opportuno fare un po’ di chiarezza per non cadere in possibili inganni.

Come è facile comprendere da quanto ho appena scritto, richiedere ad una web agency un sito completo di SEO non ha alcun significato. Così come è un inganno proporlo, approfittando dell’inconsapevolezza di imprenditori e imprese che, nella loro vita lavorativa, si focalizzano su tutt’altro genere di competenze.

Si dice che la SEO serve per fare crescere organicamente un sito o un e-commerce all’interno dei motori di ricerca. Questo è vero, perché per essere in testa a Google ci sono solo due modi:

  • Fare pubblicità sponsorizzando un annuncio
  • Conseguire autorevolezza per ottenere il premio di una indicizzazione di valore

Arriviamoci per gradi.

il primo obiettivo di Google

Per capire cos’è una SEO e a che cosa serve, è bene partire da come funziona un motore di ricerca come Google, che è in assoluto quello più usato in tutto il mondo. Sicuramente qui in Italia.

Google è stato fondato nel 1990 da due geniacci dell’informatica, che si chiamano Larry Page e Sergey Brin.

Nella loro mente è stato sempre presente un obiettivo: quello di essere il punto di riferimento più autorevole per tutto quanto viene pubblicato su Internet.

Per questo motivo hanno impostato tutto il loro lavoro sulla capacità del motore di ricerca nel conferire un voto di qualità ai contenuti presenti sul web. Un voto che sia in correlazione con la veridicità di quanto viene pubblicato e con l’interesse suscitato verso chi naviga.

Gli algoritmi di Google, dunque, ragionano principalmente in funzione dell’autorevolezza dei contenuti presenti sui vari siti che, a specchio, conferiscono autorevolezza al motore di ricerca stesso.

Vale a dire che Page e Brin si sono sempre preoccupati che chi naviga su Google, per cercare informazioni, prodotti e servizi, rimanga pienamente soddisfatto dei risultati che Google stesso gli propone nelle sue SERP (Search Engine Results Page).

Pertanto, quando vengono individuati siti ed e-commerce che producono questo effetto, Google li premia attribuendo una posizione di preminenza all’interno delle sue pagine. In gergo si chiama “posizionamento organico”. Cioè ottenuto indipendentemente dalle sponsorizzazioni.

la SEO e il voto di qualità

L’attività necessaria perché un sito e, in particolare, un e-commerce possa dialogare alla pari con le giuste pretese di Google si chiama SEO (acronimo di Search Engine Optimization). Un’attività che non può limitarsi a semplici scritture html come molte web agency propongono.

D’altronde, come lo stesso Bill Gates usava dire, “Content is King“, cioè il contenuto è il Re che governa e soprassiede a tutte le attività del web.

Dunque, se gli algoritmi di Google interpretano alcune scritture html contenute nei siti e invisibili al pubblico, ancor più lo fanno per quanto riguarda l’enorme massa dei contenuti, anche attraverso un’analisi semantica degli stessi.

Èd è proprio sui contenuti che la SEO deve essere maggiormente efficace.

Per comprendere meglio questo concetto, credo sia necessario aprire una piccola parentesi sulle logiche con cui il motore di ricerca assegna un voto di merito.

Come è noto Google è in possesso di uno strumento, chiamato Spider, che ogni ora del giorno e della notte sorvola su tutto ciò che può essere raggiunto con una semplice interrogazione sul web. Milioni e milioni di informazioni passate al setaccio.

Man mano che recepisce dati di ogni tipo, comprese le scritture html ma non principalmente, li cataloga al suo interno e ne crea una graduatoria di merito. Gli elementi che gli servono a comporla sono innumerevoli e tra poco ne elencheremo i principali.

La graduatoria è quella che determina il posizionamento di un sito o di un e-commerce nelle SERP di Google, ove molto raramente è possibile essere presenti nella prima pagina. Difatti, su 10 posizioni possibili in una SERP di testa, quattro sono occupate da Annunci sponsorizzati in capo e altre tre da annunci sponsorizzati in coda.

A torto, molti imprenditori ritengono di trovarsi in testa a Google, perché vedono il loro sito in prima pagina, ma in realtà quasi sempre non lo sono. Ciò avviene perché Google è dotato di una propria memoria interna, atta a velocizzare la navigazione.

Ecco cosa succede. Se atterro più volte su uno stesso sito tramite una ricerca di Google, quando poi effettuo la stessa ricerca, Google mi ripropone in prima pagina proprio quel sito, ma non fa la stessa cosa con gli altri utenti.

Google segue e memorizza i comportamenti di tutti e, in questo modo, tende a facilitare le relative ricerche.

Pertanto se io interrogo spesso un sito di mia proprietà, Google gli da la precedenza, ma lo fa soltanto per me.

Ecco perché accade che un imprenditore ritenga di avere conquistato le posizioni alte di Google, ma nella realtà il suo posizionamento è assai meno visibile per tutto il resto dell’utenza.

Purtroppo, su questo fatto, molte web agency ci sguazzano per mostrare i risultati del loro lavoro alle imprese, pur sapendo che si tratta di un inganno.

Quello che conta veramente è la graduatoria di Google. L’attività di SEO serve per ottimizzare il riconoscimento di un alto voto di qualità da parte dello Spider. Una specie di occhio da Grande Fratello che monitora e fornisce informazioni, affinché Google possa esprimere un giudizio su tutto ciò che viene pubblicato.

i principali strumenti SEO

Abbiamo dunque detto che i contenuti sono la parte più rilevante della SEO. E quando parliamo di contenuti ci riferiamo ad un mondo immenso di comunicazioni che lanciamo verso il motore di ricerca.

Qui di seguito ecco un breve elenco, nelle cui caratteristiche non voglio entrare. Difatti, lo scopo di questo articolo non è quello di spiegare come si procede con una SEO che porti a risultati significativi, ma è quello di rendere consapevoli i proprietari di un e-commerce su cosa significhi fare attività di SEO.

Fanno parte dei contenuti:

  • L’indirizzo URL della pagina
  • Il titolo della pagina
  • Il testo di identificazione delle foto
  • I testi di presentazione
  • Le schede-prodotto
  • Gli articoli del blog
  • I caratteri utilizzati
  • Le comunicazioni di marketing
  • I titoli degli annunci
  • I link da siti esterni autorevoli
  • I link di connessione interna
  • La congruità con le chiavi di ricerca singole e a coda lunga
  • Le testimonianze reali
  • L’unicità
  • L’ospitalità da e per altri siti
  • Gli influencer

Come si vede l’elenco è molto lungo e potrebbe continuare ancora con altre caratteristiche minori. Da qui si comprende immediatamente che:

  1. La SEO non è un’attività preventiva nella costruzione di un e-commerce, ma uno strumento on-the-road , cioè passo dopo passo, che facilita la crescita organica all’interno del motore di ricerca.
  2. La SEO non è un’attività fai-da-te.

Tuttavia, un’attività preventiva a favore della SEO va fatta. Difatti è assolutamente impossibile lavorare sui contenuti, se prima non ho esaminato a fondo il mercato in cui va a cimentarsi il prodotto o servizio in vendita.

Per lavorare anche su uno solo dei numerosi contenuti appena citati, è indispensabile conoscere con esattezza dietro quale tipo di ricerca voglio essere presente, quale è la più conveniente, come posso distinguermi da tutti gli altri che sul web propongono prodotti e servizi simili al mio.

Di questo ho già parlato in altre parti del nostro Magazine e, quindi, non voglio tornarci ora.

In ogni caso, la SEO per la crescita organica di un e-commerce non finisce mai. Gli algoritmi di Google cambiano e si aggiornano in continuazione, quindi vanno rincorsi.

Chi fa questo mestiere e vuole farlo coscienziosamente a favore dei propri clienti, sa che deve continuare a studiare per tutta la vita. O ne viene affascinato o è meglio che lasci perdere.

Un po’ come avviene in qualsiasi altro ambito scientifico. E Internet è uno strumento scientifico, facile da utilizzare ma difficile da confezionare. Se lo vuoi fare bene e non a livello di web designer.

Difatti, realizzare un e-commerce, che sia graficamente bello, è il minimo che si possa richiedere a una web agency. Ciò che si deve pretendere, invece, è che sia pienamente funzionale.

Un ultimo cenno voglio farlo in relazione ai social, per completezza di informazione. Le faccine, i “mi piace” e i cuoricini non servono a nulla e tanto meno alla SEO. Anche su questo inganno è bene che le imprese siano consapevoli, per non investire inutilmente in campagne senza ritorno.

Spero che sia stata fatta un po’ di chiarezza.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

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