In un anno abbiamo disponibili 8.760 ore per vendere, ma ne utilizziamo solo un terzo. Al contrario Amazon ci insegna che il commercio elettronico produce flussi di cassa senza sosta. Leggi l’articolo – Guarda il video.
Più di una volta, durante questo periodo di forzata chiusura di molte attività, ho sottolineato su questo blog di quanto sia stato vantaggioso avere un proprio ecommerce o crearne uno prima della ripartenza.
Difatti, conseguentemente al forzato isolamento le vendite online, in diversi settori, sono andate a gonfie vele. Sono tuttora in forte crescita.
Ho anche rimarcato più volte che molte persone, che prima non avevano mai acquistato online, ora hanno verificato la comodità e la rapidità di servirsi attraverso un ecommerce.
Queste persone rappresentano dunque un mercato vergine per ogni genere di prodotto o servizio. Anche nel settore b2b.
Nel post di oggi voglio invece soffermarmi su una caratteristica base che premia tutti i negozi online. È l’estensione delle potenzialità di acquisto in termini di disponibilità oraria.
Mi spiego meglio.
Facciamo subito un po’ di conti, anche se sono un po’ spannometrici. Un’attività professionale, un esercizio commerciale, un’impresa utilizzano solo un terzo delle 8.760 ore dell’anno per vendere i propri prodotti o servizi.
Ti faccio l’esempio di un negozio situato in bella mostra in una via cittadina. Anche se fa orario continuato e, quindi, se resta aperto ininterrottamente dalle 8 del mattino alle 8 di sera (cosa che quasi mai avviene) utilizza per vendere soltanto la metà delle ore disponibili in una giornata.
Dodici ore. Nelle altre 12 nessuno può procedere ad un acquisto, anche se lo volesse.
Poi ci sono i giorni in cui la gente non scende in strada (non sto parlando della pandemia ma di tempi normali). Piove, fa freddo, sono tutti al mare, la via è chiusa per lavori in corso ed altri solluccheri di questo genere.
Poi ci sono le domeniche, i lunedì mattina, le feste comandate e le chiusure per ferie. In questo caso le ore perse non sono più soltanto 12 ma tutte e 24.
La stessa cosa si può dire per un’azienda o un’attività professionale, artigianale, di piccola impresa.
Se non vendi con una vetrina sulla strada, lo fai dal tuo ufficio leggendo e scrivendo delle email che, poi, dovrai concretizzare in ordini al telefono, con visite presso il tuo cliente o con la tua rete di agenti.
Qui le ore a disposizione diminuiscono ancora di più. Molto dipende dalla disponibilità oraria del tuo cliente, molto anche dalle forze che hai in corpo per saltare pranzo, cena e la pausa caffè.
Questi sono i tempi riservati alle vendite di tipo tradizionale, che sono state configurate così perché, ai tempi, non esisteva il commercio elettronico e l’idea di possedere un ecommerce era solo fantascienza.
Tuttavia, ora come allora, si sente l’esigenza di allungare le ore disponibili, dedicate alla vendita. Difatti i supermercati hanno cominciato per primi a tenere aperti i battenti ad orario continuato.
Poi si sono allineati anche alcuni negozi, soprattutto nel settore dell’abbigliamento. Infine alcuni sportelli bancari, alcuni uffici postali e via via molti altri.
Insomma, anche nel commercio tradizionale era ed è viva l’esigenza di offrire ai propri clienti, qualsiasi sia l’attività di riferimento, la massima disponibilità di tempo perché loro possano acquistare quando è per loro più comodo.
Ed eccoci dunque a parlare del commercio elettronico.
Amazon, che è il più grande negozio online, vende senza pause. Incassa denaro 24 ore su 24. Il suo flusso di cassa sui suoi conti bancari è continuo.
L’ecommerce di Amazon, così come quelli di chi saggiamente ne ha aperto uno proprio non regalando denaro a Jeff Bezos, non risente di sabati, domeniche, Natale, Pasqua, settimane bianche, viaggi intercontinentali, spostamenti in auto. Notti.
Vende sempre, sette giorni su sette, a qualsiasi ora e in qualsiasi condizione l’acquirente si trovi.
La gente si è abituata a procedere con i propri acquisti ovunque e a qualsiasi ora: al ristorante come in metropolitana, durante un viaggio come sul divano o alle 2 del mattino. Sempre.
Come detto, si è abituata ancor di più, subendo questo disgraziato periodo di pandemia, in cui le vendite online sono schizzate ai massimi livelli.
Da una recente indagine che ho visto in televisione, sembra che molte persone non avessero mai pensato di acquistare online prima di questo periodo.
Le loro testimonianze sono favorevoli a proseguire questa esperienza di acquisto anche quando tutto tornerà normale.
C’è da pensarci se non hai ancora un ecommerce o se ne hai uno che stai abbandonando perché non ti porta ordini.
Gli ecommerce portano soldi continui sul tuo conto in banca. Se non è così è perché non lo stai gestendo come dovresti, oppure non è stato costruito come di dovere.
Ti allego anche un prezioso video formativo di evoluzionecommerce, che parla in parte anche dell’argomento che ho appena trattato.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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