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Ecommerce: adesso tutto lo vogliono, ma ecco i rischi

Per superare questa crisi e prevenirne altre, il commercio elettronico è un’arma vincente. Tuttavia bisogna fare attenzione alle false promesse di facili guadagni e alla concretezza dei risultati.

In questo post di evoluzionecommerce non ti parlerò di quanto sia oggi necessario e opportuno affiancare alla tua attività un ecommerce che sviluppi un congruo fatturato online.

Lo dicono già tutti e ne sono pieni i titoli dei giornali. E difatti c’è molta verità in questo.

Tuttavia, lo scopo di questo mio articolo è invece quello di metterti in guardia su quali gravi pericoli potresti correre se, sulle ali dell’entusiasmo per la forte crescita delle vendite online, tu dovessi mettere mano al tuo ecommerce o costruirne uno nuovo senza avere gettato delle basi solide per il tuo progetto di commercio elettronico.

Difatti, il rischio è quello di cadere vittima delle facili e crescenti promesse di designer e web agency, che sono alla sfrenata ricerca di nuovi clienti da abbindolare.

Dunque, questo articolo che stai leggendo si comporrà di tre parti:

  1. Come è cambiato il commercio elettronico e perché sia vantaggioso entrare subito in questo mercato.
  2. Perché è sconsigliabile affidarsi a web agency che ti tempestano di proposte di ogni tipo.
  3. Cosa fare, invece, per costruire un progetto online serio e di successo con un investimento dal rientro rapido.

Partiamo dal punto uno.

il cambiamento e i vantaggi

Già da più di un lustro il fatturato degli ecommerce cresce ogni anno con un incremento a doppia cifra. Succede anche in Italia, come ho più volte pubblicato con tanto di grafici ufficiali.

L’avvento degli smartphone, poi, ha introdotto nuove abitudini nel modo in cui comunicare e informarsi. 

Da ogni parte e in ogni situazione, quando giri lo sguardo, ti accorgi di gente con gli occhi puntati sul suo telefonino.

Tuttavia, rispetto agli altri Paesi europei dove l’uso della carta di credito è molto più consueto, fino a pochi mesi fa in Italia molti erano ancora restii ad acquistare cose e servizi online.

In questo periodo di pandemia, volenti o nolenti, le persone tengono costantemente acceso il computer di casa. Per lavorare o per fare studiare i propri figli. Oppure per fare qualcosa di diverso che stare davanti alla televisione. La stessa vendita di PC e tablet, da gennaio, è salita vorticosamente.

Gioco forza, chi prima, forse per pigrizia, era ancora reticente ad affrontare la nuova esperienza di comprare dal web, oggi ne ha saggiato la comodità e la convenienza. E ne è felice.

Il buon senso, ma anche le previsioni di chi redige  statistiche, ci dice che tali esperienze si replicheranno anche quando torneremo ad invadere le strade. Gli acquisti online sono ormai entrati nelle nostre consuetudini quotidiane.

Online si acquista ad ogni ora del giorno e della notte, feste comandate comprese. In più sei servito e riverito con la spesa o il pacco consegnato a domicilio. Non te lo devi neanche caricare in macchina. E non fai lunghe code alle casse.

Perdipiù l’ecommerce è vantaggioso anche nel b2b. Non solo per chi acquista, ma anche per chi vende. Soldi subito, sicuri, prima ancora di inviare la merce. Basta con le lunghe attese, le fatiche e i patemi prima di incassare il denaro da parte di un cliente. Si lavora solo con gente seria e solvibile.

L’ecommerce sfugge a quel vezzo tutto italiano di chi pretende tutto e subito, ma paga quando vuole lui, oltre ogni accordo tra le parti.

Dunque, ci sono mille motivi reali per dire che questo è il momento più conveniente per prepararsi alla ripresa, per combattere la paura, per superare in rapidità chi ancora annaspa nel mare dell’indecisione, lasciando che siano altri a conquistare il suo mercato.

Ma questa semplice affermazione, pur se bene argomentata, non basta per incamminarsi sulla via delle vendite online.

le stucchevoli proposte delle web agency

In verità, lo scenario che ti ho appena descritto è stato immediatamente colto da una miriade di web agency, web designer, fantomatici esperti in marketing e di lead generation (per chiarire, questi ultimi sono quelli che ti promettono migliaia di visitatori sul tuo sito).

Molti clienti, che si rivolgono a noi, ci testimoniano di ricevere ogni giorno decine di telefonate da parte di call center o liberi professionisti, che promuovono una lista di servizi web, a loro detta utili per generare grandi fatturati online. C’è persino chi, a questo scopo, inserisce volantini pubblicitari nella casella della posta. 

Si tratta di web agency e consimili che cercano di sfruttare l’inesperienza del potenziale cliente e l’attuale incertezza del futuro, proponendosi come esperti per la creazione di un ecommerce.

Gente mai sentita prima e che improvvisamente si accorge di potere “essere utile”.

Magari ti promettono di andare online in pochi giorni e di cominciare a incassare subito migliaia di euro. Niente di meno vero.

Sinceramente non mi sembra un atteggiamento serio e condivisibile. Peraltro se utilizzassero per il tuo business gli stessi mezzi che utilizzano per il loro, ne deprimerebbero l’immagine in pochi clic.

Ma va fatta anche un’altra riflessione.

Chi è qualificato sul mercato per il lavoro che svolge, qualunque esso sia, non ha bisogno di andarsi a cercare il cliente facendolo chiamare da un call center. Sarà lo stesso cliente a cercarlo per primo.

Peraltro in un settore come questo, dove la domanda supera abbondantemente l’offerta, è necessario fare una selezione dei progetti che realmente abbiano probabilità di raggiungere traguardi concreti

Vale a dire fatturati congrui all’investimento prodotto. Un ecommerce non deve rappresentare un costo, ma un investimento dal quale rientrare in tempi piuttosto brevi. 

Qualora da un’analisi preventiva non si possa avere la certezza del risultato, la web agency deve avere il coraggio e l’onestà di rifiutare l’incarico.

Altro che pericolose promesse campate in aria.

Sarebbe infatti opportuno che chi si improvvisa “esperto” di ecommerce, si assumesse anche il suo rischio di impresa, non lasciandolo a totale carico del suo cliente.

Non lo fanno, perché tirare in piedi un ecommerce in una settimana significa staccare fatture in fretta e furia per uno strumento di vendita che non venderà mai. E questo lo sanno bene.

Alle prime giuste rimostranze del cliente, queste web agency se la danno a gambe, oppure propongono nuovi esorbitanti investimenti nel marketing per “migliorare” la situazione. Invece la peggiorano. Tempo, speranze e denaro gettati al vento.

un progetto serio e di rapido ritorno economico

Messo da parte il Paese delle Meraviglie e chi lo propone incautamente, resta il fatto che non è per nulla peregrina l’idea di costruire un ecommerce per consolidare la propria attività e prevenire sconvolgimenti futuri, come quello di inizio 2020.

Ragioniamo, difatti, su altri eventi che hanno sconvolto il mondo in tempi non lontani. 

Parlo del disastro di Cernobyl o di Fukushima, dell’improvvisa guerra nel cuore dell’Europa (penso ai Balcani), dell’attentato alle Torri Gemelle o sul lungomare di Nizza, della denuncia sull’uso di armi chimiche in più parti del mondo e, speriamo sia l’ultimo, anche del Coronavirus.

Il mondo ha imparato a proteggersi restando in casa. Ma, come dimostrato in questi giorni, le attività commerciali non possono subire altri stop. Molti non riusciranno neanche più a riaprire.

Tuttavia avviare un ecommerce o migliorare le performance di un ecommerce già esistente non è un gioco da ragazzi. Non è una operazione che vada presa alla leggera.

Come sempre scrivo su questo blog, per vendere non è sufficiente mettere un catalogo online e presentare il negozio con un buon progetto grafico. Questo è il minimo che si debba pretendere.

Chi promette risultati con tanta facilità e superficialità mente ed è un emerito incosciente.

Come ho già detto, va valutato il progetto e le sue peculiarità. Va analizzato il mercato di riferimento e le potenzialità di inserimento. Va compreso chi sono, dove sono e cosa vogliono i potenziali consumer (o imprese nel caso del b2b).

Bisogna pianificare preventivamente un percorso di crescita, durante il quale il cliente non può essere abbandonato, ma deve essere affiancato nelle strategie da condividere e nelle sue scelte. Anche nelle operazioni di marketing.

Parlare di costruire un ecommerce, senza  una visione globale di affiancamento al cliente, è la strada sicura verso il fallimento del progetto.

La piattaforma, la grafica, il catalogo buttato lì a caso non sono elementi unici ed essenziali per vendere. Certo, è molto più semplice guardare solo all’aspetto tecnico (tutti sono bene o male in grado di farlo) piuttosto che a quello strategico e di crescita che è molto più complesso.

Per questo dico che da parte della web agency l’assunzione di un rischio sul lavoro svolto è quanto mai indispensabile.

Solo così si evita che la corsa agli ecommerce svuoti il conto bancario del cliente, invece che riempirlo di nuove e costanti entrate.

Ecco, in questo articolo del nostro blog, ho voluto esserti di supporto in eventuali decisioni che stai per prendere o sulle quali stai ragionando, sia che tu voglia aprire un nuovo ecommerce, sia che tu senta la necessità di fare funzionare al meglio quello che già hai.

Come ho appena scritto, prima di prendere qualsiasi decisione, il progetto va approfondito e studiato con una certa cura. Se lo farai, eviterai si spendere malamente il tuo denaro.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

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