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E-commerce: cosa sapere prima di aprirne uno

È un dubbio che attanaglia molti imprenditori, piccoli o grandi che siano: mi conviene aprire un e-commerce? Il mondo del commercio sta cambiando, devo entrarci anch’io o restarne fuori? Questo benedetto smartphone, che tutti fissano in ogni ora del giorno, può essere utile anche alle mie vendite oppure no? Per non essere banali e rispondere […]

È un dubbio che attanaglia molti imprenditori, piccoli o grandi che siano: mi conviene aprire un e-commerce? Il mondo del commercio sta cambiando, devo entrarci anch’io o restarne fuori? Questo benedetto smartphone, che tutti fissano in ogni ora del giorno, può essere utile anche alle mie vendite oppure no?

Per non essere banali e rispondere pro-domo-mea (evoluzionecommerce è il mio pane, lo ammetto), cerco di mettere insieme tutti gli elementi che chiunque dovrebbe esaminare prima ancora di informarsi su quanto costa realizzare un e-commerce.

Se ne vale la pena o no dipende oggettivamente dalle risposte ai quesiti sui quali, qui di seguito, ti invito a riflettere.

Li commenteremo insieme, in modo che ti sia più facile, eventualmente, prendere una decisione.

Si tratta di informazioni che evoluzionecommerce richiede sempre ai propri clienti (insieme a mille altre), perché noi stessi si possa essere certi di lavorare su un progetto che porti entrambi, noi e il nostro cliente, a risultati concreti.

Difatti, come il cliente ha diritto di scegliere il proprio fornitore, così evoluzionecommerce ha il dovere di selezionare solo clienti che possono realmente ambire ad avere successo online.

Ed ecco gli elementi su cui bisogna cominciare a riflettere.

1 – Da quanto tempo svolgi la tua attività?

La domanda potrebbe sembrare banale, in realtà nasconde diverse insidie, ma anche tante positività.

Spesso un’attività molto recente non ha uno storico imprenditoriale alle spalle, ma ha solide colonne per poterla sostenere. Altre volte, invece, si tratta di un’avventura a casaccio, in cui i costi non sono neppure tanto sotto controllo.

Dobbiamo capire qual è l’imprenditore che ci troviamo di fronte e se è disposto a seguire concretamente un percorso di crescita graduale.

Spesso, invece, quando l’attività è pluridecennale, l’imprenditore tende a trasferirla pari, pari online.

Al contrario, si tratta di due mondi diversi, che vanno affrontati separatamente con tecniche di comunicazione e di vendita totalmente differenti.

L’esperienza di vendita è dunque importante, così come la solidità aziendale. La cosa fondamentale, tuttavia, è che queste due componenti non siano di intralcio ad un percorso del tutto innovativo.

2 – Stai già vendendo online?

Sono davvero tanti gli imprenditori che hanno già aperto un loro negozio su internet. Forse lo hanno fatto in modo avventuroso, forse non hanno avuto affianco un valido consulente, forse si sono affidati a web agency che, al primo vacillo, se la sono data a gambe.

In questi casi ci troviamo di fronte a persone disorientate, perché vedono infrangersi il loro sogno di proliferare con nuovi guadagni online, ma non vorrebbero cestinare gli investimenti fatti. Al momento la loro bilancia tra costi e ricavi non segna in positivo.

Se le cose non vanno bene, non è affatto detto che quella attività non sia adatta a vendere online. La maggior parte delle volte non è così. Vanno esaminati gli errori e va ripreso un cammino sereno e, molto probabilmente, meno dispendioso.

Quando invece ci troviamo di fronte a imprenditori che non si sono mai cimentati nelle vendite online, diventa tutto molto più facile. Tuttavia il cliente va istruito e seguito in ogni suo passo.

In particolare, se vuoi aprire un tuo e-commerce, dovrai preventivamente valutare alcuni parametri che ti saranno essenziali per capire quale realmente potrà essere, nel presente e nel tempo, il tuo utile. In parole povere, i soldi che ti resteranno in tasca.

Difatti, dovrai considerare che ogni cliente acquisito avrà per te un costo, così come ogni vendita. In base a questo dovrai stabilire dei listini che non siano fuori mercato, ma che non debbano sottostare alla deprimente battaglia sul prezzo.

Un bravo consulente ti sarà indispensabile per accompagnarti senza errori su questa strada.

3 – Quanti prodotti hai da vendere?

Questo è un bel argomento su cui riflettere, perché in tal senso non esiste una condizione ottimale perché il tuo e-commerce abbia successo.

Difatti, dipende dal tipo di attività che svolgi e dal tipo di prodotti o servizi che proponi.

Ti faccio un paio di esempi.

Se hai un calzaturificio e vuoi vendere online (ce ne sono diversi che stanno vendendo bene) è giusto che tu abbia diversi modelli da proporre, sempre che tu sia specializzato.

Intendo dire che venderai le tue scarpe in due casi:

– se ne sei tu il produttore e quindi ti differenzi rispetto alle offerte dei tuoi concorrenti,

– se concentri la tua vendita su una linea di prodotti unica, per la quale potrai essere riconosciuto come il maggior esperto.

In entrambi questi casi, più prodotti hai da vendere e più questa varietà ti aiuterà ad avere successo.

Contrariamente, quando hai molti prodotti da vendere, ma è di tutto un po’, il tuo negozio online diventa una specie di bazar che sarà molto difficile affermare.

Meglio scegliere quella categoria di prodotti sui quali hai la miglior marginalità o che sono più concorrenziali. È un’analisi che va fatta con molta cura.

4 – Hai pensato a come organizzare le tue vendite online?

Spesso chi si appresta ad aprire un e-commerce si smarrisce al pensiero di dovere svolgere un’attività di impacchettamento e di spedizione alla quale non è abituato.

Ne ha pienamente ragione.

Per questo motivo è bene organizzarsi prima, sapendo che nel tempo le vendite cresceranno e che, per questo, l’organizzazione dovrà uniformarsi ad una attività crescente.

Quando si apre un e-commerce le vendite non piovono dal cielo come uno scroscio temporalesco.

All’inizio si può pertanto pensare di risolvere il problema delle vendite con una organizzazione di tipo familiare.

Bisogna però ricordare che il cliente si attende efficienza e rapidità, quindi bisogna piano piano attrezzarsi per essere in grado di smistare gli ordini con la dovuta professionalità.

Un e-commerce segnalato per la sua cattiva gestione è un e-commerce perdente.

La buona notizia è che non è necessario aumentare spazi e personale per gestire un grande flusso di vendite. Ci sono organizzazioni esterne e software gestionali che aiutano e rendono semplice la soluzione ad ogni tipo di problema in tal senso.

Chi apre un e-commerce ne deve essere consapevole e, quindi, può guardare lontano con serenità e puntare dritto alla crescita del suo negozio.

Certo, un po’ di tempo da dedicare a questa nuova attività ci vuole. Ma alla fine ne vale la pena.

5 – Quale budget sei disposto a mettere a disposizione?

Non sto parlando del costo di realizzazione del tuo e-commerce, che andrà ad ammortizzarsi nel tempo, man mano che le tue vendite cresceranno.

Se il costo del e-commerce è per te un problema, vuol dire che la tua visione imprenditoriale online è piuttosto limitata.

Quindi meglio non fare nulla, piuttosto che risparmiare per avere in mano un e-commerce che poi non ti rende quanto vorresti. E forse ci perderesti pure.

Sto invece parlando di quanto denaro sei disposto a mettere sul piatto per accompagnare nel tempo la crescita del tuo negozio online.

Come ho già scritto poco fa, aprire un e-commerce non significa vendere solo per il fatto che lo hai messo online.

Per vendere devi andare dal tuo cliente, entrare in casa sua o nel suo ufficio. Essere presente sul suo cellulare.

Tutto ciò non avviene per magia. Ci sono diversi metodi, più o meno costosi, più o meno efficaci, più o meno lunghi nel tempo.

Si tratta di sceglierli con la massima attenzione, per evitare di bruciare denaro inutilmente.

Le grandi imprese, molto spesso, restano in perdita per qualche anno pur di affermarsi con prepotenza sul mercato.

Le PMI, gli artigiani, i piccoli negozianti invece non hanno le spalle così larghe, quindi devono applicare la politica dei piccoli passi, sulla base delle loro disponibilità finanziarie.

6 – Vuoi vendere al privato o alle aziende (b2c o b2b)?

Questo è un bel argomento sul quale spesso evoluzionecommerce si confronta con i propri clienti.

Ovviamente molto dipende dal tipo di attività che una società svolge. Tuttavia ci sono produttori o erogatori di servizi che per loro cultura pensano ad un e-commerce come ad un negozio sul quale si compera con carta di credito al dettaglio. Altre strade non ne vedono.

Invece si guadagna molto di più e si rischia molto meno se le vendite sono indirizzate a distributori, grossisti o altre attività che abbiano, poi, esse stesse rapporti commerciali con il consumatore finale.

Peraltro, oggi esistono soluzioni molto pratiche che consentono di realizzare e-commerce con prezzi differenziati su prodotti e servizi, tali da potere essere dedicati sia al consumer, che al cliente business.

Il tutto senza che l’uno o l’altro possano accorgersi online delle differenti condizioni di vendita.

In ogni caso si tratta di strategie che vanno elaborate ancora prima di avere scritto una sola riga di codice del nuovo negozio che desideri aprire online.

7 – Qual è l’obiettivo che vuoi raggiungere?

E siamo arrivati al dunque. Brian Tracy, uno dei più grandi agenti di commercio al mondo, dice che i venditori più bravi sono quelli che si pongono un obiettivo annuo, mensile, settimanale, giornaliero e lavorano fino a quando non lo raggiungono.

Sul web le cose non sono proprio così esasperate, ma porsi degli obiettivi congrui non è male.

Ovviamente, non conoscendo le dinamiche dei mercati online diventa molto difficile stabilire degli obiettivi a priori. Su internet ci sono però strumenti che ci aiutano a fissare dei traguardi minimi, compatibili con i prodotti e i servizi che intendi vendere.

È probabile che tu non li raggiunga subito, ma questo deve essere uno sprone per migliorare il tuo e-commerce, la tua offerta, la tua comunicazione, la ricerca dei tuoi clienti potenziali.

Una volta raggiunto il primo obiettivo, poi se ne fissa un altro, poi un altro ancora e così via per una scalata che potrebbe essere infinita.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

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