Come i due grandi marketplace, anche la piattaforma del fai-da-te subisce l’urto degli e-commerce di proprietà e perde in borsa il 75% del suo valore
La piattaforma numero uno nel settore dell’e-commerce fai-da-te è in caduta libera dall’inizio del 2022 a tutto il primo semestre dell’anno.
Il titolo in borsa segna un -73%, seguendo la sorte dei due grandi marketplace: il generalista Amazon e Zalando, specializzato nella moda. Lo abbiamo già scritto in altre nostre precedenti news.
Il fai-da-te, tanto proclamato da Shopify, in realtà sta subendo i colpi delle aziende più attrezzate, serie e realmente dedite al canale di vendita online, che scelgono strade più professionali e indubbiamente più profittevoli.
Peraltro, Shopify non è affatto quella piattaforma gratuita di cui tutti amano parlare. I costi per il suo utilizzo diventano esorbitanti, man mano che vi è necessità di adattare il sistema a un percorso di vendita più completo di quello proposto a pochi euro mensili.
Il mercato sembra essersi accorto che con investimenti rasenti lo zero non si diventa ricchi, anzi non si portano a casa neppure le spese.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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