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Crescere su Instagram, Facebook o Google?

Motore di ricerca e social hanno funzioni diverse e non adatte indifferentemente ad ogni campagna di marketing. Trovi pregi e i difetti nell’articolo.

Nel post che stai leggendo non troverai le strategie per vendere di più o per affermare meglio il tuo brand attraverso i social o il motore di ricerca.

Se hai bisogno di confrontarti sulle strategie puoi scaricare le nostre Guide gratuite oppure contattami direttamente (trovi tutti i link qui sotto).

In questo post, invece, voglio ragionare con te su quale veicolo di marketing online sia preferibile scegliere per farti conoscere e vendere nel web.

Prenderò in esame i tre più importanti strumenti, vale a dire Google, Facebook e Instagram. 

Ma non ti stupire se, alla fine, comprenderai che ti serve comunque un aiuto, nonostante le spiegazioni che qui ti posso dare e che in ogni caso ti sono utili per non lanciare dalla finestra le tue risorse finanziarie.

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Cosa fartene di …  

Partiamo da Google. Come sai è un motore di ricerca, quindi è quasi elementare spiegare che su questo strumento, che userai per il marketing, il pubblico atterra con una richiesta ben precisa. Sta cercando qualcosa.

Su Google si naviga per richiedere informazioni o, per quanto riguarda lo shopping, per capire dove acquistare un prodotto o un servizio. E quanto costa.

I canali principali di Google, sui quali inserire la propria attività, sono lo Shopping e la Ricerca.

Nel primo Google si presenta come una sorta di comparatore-prezzi e mostra direttamente il prodotto o servizio da acquistare, in modo da soddisfare la ricerca di persone che manifestano la volontà di un acquisto.

Diciamo che il canale shopping di Google è quello dedicato esclusivamente alla vendita, quindi è il più diretto e immediato.

Tuttavia Google Shopping ha dei grossi limiti. 

Innanzi tutto non decide di presentare i tuoi prodotti attraverso l’utilizzo di parole-chiave, ma attraverso i contenuti delle tue schede-prodotto.

Va da sé, dunque, che le impression che decide di mostrare sono soggette ad una interpretazione del motore di ricerca, che spesso deve essere orientata e corretta nel corso delle campagne.

Un altro problema del canale shopping di Google è che, ad una richiesta del possibile acquirente, fa apparire prodotti di più brand (non solo il tuo), quindi conta molto la popolarità di cosa si vende e come quel prodotto si identifica.

Sbagliando questa logica di impostazione non si vende mai.

Per battere la concorrenza visibile al tuo fianco è assolutamente necessario utilizzare strategie e tecniche di comunicazione penetranti ed emotive. È indispensabile conoscerle.

Su Google Shopping le vendite possono non essere immediate, ma è certamente un canale molto importante per raccogliere dati, che poi possono essere utilizzati in operazioni di retargeting.

Vale a dire, riproponendo al visitatore quei prodotti o quei servizi a cui si è mostrato interessato, pur senza averli acquistati.

Questa è una funzione estremamente importante, in quanto bisogna avere consapevolezza che un ecommerce non nasce per vendere il primo giorno, ma per diventare un’attività proficua nel tempo e duratura.

Spesso il cliente va più volte stimolato prima che decida di acquistare.

L’ecommerce non è una furbata, ma uno strumento di vendita molto serio, che richiede impostazione e competenza. Anche nell’inseguire un cliente potenziale.

Il canale di ricerca di Google, invece, non è diretto ad una vendita immediata. Può diventarlo, ma non nasce per questo.

Tanto per intenderci sto parlando di quei testi che appaiono in cima e in fondo alle Serp (pagine di ricerca), evidenziati dalla voce in neretto “Annuncio”.

Per essere presente su questo canale ed avere un buon successo è necessario lavorare sulle parole-chiave, sui volumi di ricerca e sui costi delle stesse.

Gli annunci di Google sono essenziali per occupare una posizione difensiva all’interno del motore di ricerca. Intendo dire che quando il pubblico richiede informazioni su qualcosa che riguarda la tua attività di vendita, è necessario che veda che ci sei anche tu

L’annuncio, serve a indicare la tua presenza. Altrimenti sparisci nel mare magnum di internet.

Il lato negativo è che sembra molto difficile vendere attraverso quel tipo di pubblicità. Ma diventa più facile se, dopo esserti fatto vedere, educhi quel potenziale cliente verso l’acquisto del tuo prodotto, oppure lo contatti attraverso operazioni di retargeting.

Anche in questo caso ci sono tecniche che bisogna sapere usare. Chiamami e ne parliamo direttamente insieme.

Google, in generale, sta diventando piuttosto costoso e, per questo, sono molte le aziende che decidono di utilizzare altri canali di marketing. 

C’è però da valutare che, quando viene fatta una ricerca su Google, l’utente è consapevole di ciò che sta richiedendo. Il fatto, dunque, che consulti un tuo annuncio o faccia clic su un tuo prodotto non è assolutamente casuale. È già orientato verso ciò che tu vuoi proporgli e la tua proposta risponde a un suo bisogno.

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Cosa fartene di …

Molto diversa è invece la filosofia di Facebook, dove il pubblico si trova per parlare di se stesso, per curiosare su cosa fanno gli amici, per partecipare alla discussione di un evento, di ciò che hanno visto o sentito dire. 

Per questo, contrariamente a Google, su Facebook stiamo stimolando un bisogno latente.

Infatti, quando intercetti il tuo potenziale cliente su Facebook, tu lo distrai da cosa sta facendo o pensando, nel tentativo di attirarlo verso un acquisto. Per questo motivo è difficile che tu possa vendere qualcosa  su Facebook al primo contatto con il tuo pubblico.

Nonostante Facebook abbia il vantaggio di poter utilizzare il profilo del tuo cliente in modo molto ben definito, anche in relazione alle sue abitudini quotidiane o ai suoi gusti, è uno strumento che funziona molto bene su operazioni di retargeting o condividendo il tuo business con validi influencer.

Nel primo caso ti saranno molto utili anche i dati che avrai ricavato dal monitoraggio delle tue sponsorizzate su Google, trasferendoli per selezionare i tuoi clienti su Facebook.

Anche su Facebook (come su Google) è strategicamente indispensabile che, prima di avviare le tue campagne, tu sia perfettamente consapevole di chi siano i tuoi clienti.

È anche necessario scoprire cosa si attendono da te e come comunicare al meglio con loro. Dovremo cercare il tuo elemento differenziante che li possa convincere a comprare da te, piuttosto che da un altro ecommerce simile al tuo.

Sia per Google che per Facebook dovrai usare il linguaggio più opportuno per rendere affascinante, stimolante e percettivo il messaggio che vuoi erogare al tuo cliente.

Ricordati che si tratta di operazioni piuttosto complesse, che non puoi affrontare da solo.

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Cosa fartene di …

Per Instagram valgono le stesse regole, anche se su questo canale si possono vendere soltanto prodotti e non servizi.

Instagram è frequentato da un pubblico generalmente più giovane, che non su Facebook o Google. È molto meno macchinoso di Facebook e dà risultati sicuramente più rapidi.

Tuttavia ciò vale solo per alcune tipologie di prodotti e non per tutti. Inoltre la sua funzione Shop è utilizzabile soltanto da telefonino, previo lo scarico di una applicazione dedicata. Quindi su Instagram perdi una buona fetta di pubblico.

Se vendi su Instagram puoi taggare le immagini o i video che mostri, collegandoli al tuo ecommerce. In questa attività è strettamente legato a Facebook, di cui è il fratello minore.

Come detto, è essenzialmente mobile-first, quindi è un canale molto dinamico, che colpisce soprattutto con le immagini, al contrario di Facebook che si affida molto di più alla scrittura.

È limitato nella possibilità di inserire dei link ed ha bisogno di immagini belle e professionali. In realtà ogni ecommerce dovrebbe essere costruito con materiale di questo genere.

Benché sia online già da qualche anno Instagram, anche attraverso l’utilizzo degli hashtag, è considerato la rivoluzione del momento ed è per questo che molti ecommerce stanno guardando a lui con interesse.

Anche in questo caso, ci sono altre limitazioni.

Innanzi tutto la qualità del pubblico di Instagram, sia per l’età, sia per l’attenzione che pongono ad un acquisto, non è adatto a tutti i prodotti. Proprio per questo i suoi frequentatori sono b2c e non b2b

In questo secondo caso Instagram è assolutamente da sconsigliare come, in parte, anche Facebook.

Troppo spesso, infine, raccoglie cuoricini ed altre amenità di questo genere, che non ripagano dei soldi spesi per il marketing. Se hai un mutuo da pagare, non lo fai certo portando in banca i “mi piace”…

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Cosa fartene … di questo post

Come uscire, dunque, dal dubbio su quale strumento utilizzare per fare marketing e vendere più velocemente online?

In verità non esiste una risposta che vada bene per tutti. Alla base di una scelta di questo tipo c’è la profonda conoscenza di chi sia il tuo cliente tipo e di come la concorrenza stia operando per acquisirlo al posto tuo.

Esistono strumenti su internet che ti consentono di essere piuttosto preciso sul profilo del pubblico interessato a questo o a quel prodotto o servizio.

Il risultati delle analisi del traffico sul motore di ricerca completano i dati che servono per mettere in atto strategie di comunicazione adeguate alle buyer persona, che vuoi colpire con il tuo messaggio.

Per fare un esempio, non puoi parlare di calcio ad un istruttore del Centro Tecnico di Coverciano, allo stesso modo in cui senti parlare di calcio in un bar di periferia. E viceversa.

Tieni presente che un ecommerce non parla soltanto attraverso le campagne di marketing, ma anche attraverso testi e immagini contenuti al suo interno.

Comprendi bene, dunque, che sebbene sembri trattarsi di una scelta facile, ci vuole molta esperienza e conoscenza delle logiche che muovono i mercati online, per evitare di gettare al vento risorse finanziarie in campagne di marketing che non convertono in ordini e non producono nuovo fatturato.

Abbiamo visto aziende che per anni sono rimaste al palo con le vendite e, solo dopo avere abbandonato la chimera del fai-da-te, quadruplicare le vendite e rimanerne finalmente soddisfatte.

Nelle linee generali, l’esperienza che ho in questo settore in cui lavoro dagli Anni 90 mi porta a dire che per ogni attività è necessario tracciare un percorso, durante il quale gli imprenditori devono essere affiancati, seguiti e istruiti sulle complesse dinamiche delle vendite online e nella conseguente comunicazione.

Un ecommerce rende molti soldi solo se si comprende che è un’attività imprenditoriale vera e propria. Non è un passatempo o un’avventura. E allora va costruito e fatto crescere su basi solide, anche di comunicazione, con investimenti appropriati e non allo sbando.

Lascia da parte l’amico di famiglia o lo smanettone di turno. Perderai solo tempo e denaro. E nel frattempo qualche tuo concorrente raggiungerà i tuoi clienti prima di te.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

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