Partiamo da un concetto di base. Non dobbiamo costruire un e-commerce per poi andare sul mercato a vendere. Il percorso da seguire è esattamente inverso. Dobbiamo partire dal mercato per costruire, poi, un e-commerce. La differenza è sostanziale e, come vedrai, anche i risultati di un percorso sbagliato sono fortemente penalizzanti per chi ha deciso […]
Partiamo da un concetto di base. Non dobbiamo costruire un e-commerce per poi andare sul mercato a vendere. Il percorso da seguire è esattamente inverso. Dobbiamo partire dal mercato per costruire, poi, un e-commerce.
La differenza è sostanziale e, come vedrai, anche i risultati di un percorso sbagliato sono fortemente penalizzanti per chi ha deciso di investire sul web.
Fai attenzione a tutto il lavoro che va svolto quando apri e gestisci il tuo e-commerce. In questo articolo trovi le componenti di base per non lasciare che altri commettano gravi errori a tuo danno e per essere felice dei tuoi guadagni online.
Difatti, il punto di partenza non è quello di aprire un’attività commerciale digitale e poi andare alla ricerca di nuovi clienti. Il punto di partenza è quello di attrezzarsi per raccogliere nuovi ordini dal web.
La ricerca di un nuovo cliente non porta necessariamente a convertire quel cliente in un ordine di acquisto.
Lo scopo finale di un e-commerce, dunque, non è quello di cercare nuovi clienti, ma di aumentare gli utili aziendali attraverso un nuovo fatturato.
Molte web agency confondono i due obiettivi e creano un danno economico al titolare del negozio digitale. Gli fanno spendere soldi per cercare clienti, che poi non si rivelano interessati a procedere con un acquisto.
Tra breve, ti descriverò la corretta strategia che sta a monte di un e-commerce di successo. Le mie parole vogliono essere uno scudo a clamorose prese in giro da parte di professionisti del web, attenti al loro denaro e non al tuo.
Difatti, solo se sarà svolto un ottimo lavoro preventivo prima della costruzione del tuo e-commerce, gli ordini arriveranno con tua piena soddisfazione. Sarà una gioiosa conseguenza.
In caso contrario, potresti gettare dalla finestra mazzette di denaro che hai guadagnato finora con fatica e onestà.
Dammi tempo e ti spiegherò il perché.
Prima di tutto ti devo trasferire un’esperienza amara, che ho fatto navigando sulla rete.
Stavo facendo uno studio sugli e-commerce venduti e realizzati da una nota Società, che prima del web era focalizzata sull’edizione di pagine cartacee. A un certo punto della sua tormentata storia aziendale ha deciso di convertirsi al digitale, senza che vi fossero le basi per una cultura web.
Dalle analisi che ho effettuato su quegli e-commerce ho potuto verificare quanto (tanto!) i clienti di quella Società hanno speso e quanto (poco!) hanno ottenuto in proporzione ai loro investimenti.
Il motivo di questi insuccessi risiede nella superficialità con cui è stato svolto il lavoro, che deve precedere la costruzione di un e-commerce e che lo deve accompagnare nel suo successivo mantenimento.
Vendere e-commerce che non restituiscono risultati concreti (nuovo fatturato e utili aziendali in forte crescita) è molto semplice. È quello che fa la maggior parte delle web agency.
La ricetta è questa: si utilizza un software di facile uso (quindi molto limitato nelle sue funzioni), lo si riempie di immagini e prodotti, lo si pubblica online, si emette la fattura al cliente e il gioco è fatto.
Questo modo di creare siti e-commerce non è un buon modo di operare, ma è una presa in giro. Bella e buona.
Tanti siti realizzati da molte web agency sono fatti così. Uguali l’uno all’altro, a volte molto costosi e poco redditizi. Devo ancora trovare un cliente che sia soddisfatto del suo e-commerce realizzato in quel modo.
Che fare dunque?
La tecnica per raggiungere risultati soddisfacenti, quindi ordini e utili aziendali in continua crescita, è quella di cominciare dal fondo.
Ti ripeto quello che ti ho già detto all’inizio di questo post.
Non dobbiamo costruire un e-commerce per poi andare sul mercato e vendere, ma dobbiamo partire dal mercato per costruire, poi, un e-commerce. È esattamente il percorso opposto.
Fai conto che il tuo mestiere sia quello del contadino (se mi stai leggendo e sei davvero un contadino, tanto di cappello!). Vuoi coltivare campi di grano. Da dove cominci? Certamente dalla scelta di un terreno fertile e non dalla semina. Perché se semini su una piattaforma di asfalto, non credo proprio che spunteranno molte spighe.
Per il commercio online è lo stesso. Il mercato è il tuo terreno fertile, mentre il sito e-commerce è il seme da cui spunteranno gli ordini.
Se semini sull’asfalto, avrai gettato fuori dalla finestra i soldi per comperare il terreno e i semi. Senza contare le perdite per le tue ore di lavoro inutili.
Se apri un e-commerce senza avere individuato il mercato su cui ti devi posizionare, avrai buttato al vento i soldi per pagare chi te lo ha costruito e per le campagne di marketing in cui probabilmente ti sei avventurato.
La speranza di un nuovo fatturato si dissolve così in uno scenario da brivido, fatto di tenebre e conti che non tornano.
Ci vuole ben altro perché un e-commerce sia di successo.
Ci vuole analisi e una successiva strategia di attacco al mercato. Quest’ultima deve essere condivisa da te con chi mangia pane e web marketing.
E, quando l’e-commerce è avviato anche grazie ad una buona organizzazione della tua azienda, ci vuole un continuo monitoraggio delle tue campagne pubblicitarie.
Controllandone i risultati, si perfezionano i messaggi, si ottimizza il profilo del tuo cliente, si lavora sul recupero dei clienti persi e sulla fidelizzazione di quelli acquisiti.
Ripeto, gli ordini arrivano di conseguenza.
E’ questo il vero lavoro che si deve fare per un e-commerce. Ecco perché non trovo che sia professionale presentarsi a un imprenditore, vendergli il sito ed una campagnetta Adwords ogni tanto.
Non è così che si raccolgono gli ordini. Quindi, ancora una volta, ti esorto a porre la tua attenzione a tutto il lavoro che va fatto quando apri e gestisci il tuo e-commerce.
Ti può rendere molto denaro. Scegli un percorso di successo.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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