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Controlla così quanti soldi perde il tuo sito

Il leitmotiv è sempre lo stesso. Ho un sito internet o un ecommerce. L’ho pagato. Ho fatto bene a farlo? E, se ho fatto bene, come faccio ad essere sicuro che mi sta rendendo al massimo delle sue possibilità o se sto perdendo dei possibili guadagni?  Come posso capire se devo impegnarmi per migliorarlo o […]

Il leitmotiv è sempre lo stesso.

Ho un sito internet o un ecommerce. L’ho pagato. Ho fatto bene a farlo? E, se ho fatto bene, come faccio ad essere sicuro che mi sta rendendo al massimo delle sue possibilità o se sto perdendo dei possibili guadagni?  Come posso capire se devo impegnarmi per migliorarlo o se è meglio lasciarlo così com’è?

La risposta immediata è: un sito non deve essere mai abbandonato a se stesso e va migliorato il più assiduamente possibile. Provo a spiegarti perché e a riassumerti come fare.

Purtroppo la risposta che invece molti danno, quando hanno un sito che non li soddisfa, è: “L’ho fatto perché ce l’hanno tutti e, senza, mi sembrava di camminare con una scarpa sola”.

Ti dico subito che se un mio cliente mi da questo genere di risposta, può anche pagarmi a peso d’oro (si fa per dire), ma io il sito non glielo faccio. Non funzionerà mai e io non sono qui per sfilare i soldi di tasca a nessuno.

Difatti, se la maggior parte delle aziende, nel mondo, ormai comunica prevalentemente online, o sono tutti ebeti oppure questa è veramente la strada meno costosa, più immediata e produttiva per realizzare nuovi guadagni.

Ovviamente penso che la maggior parte degli imprenditori non sia affatto composta da sprovveduti. Quindi, la comunicazione sul web attraverso il proprio sito o il proprio ecommerce è da tenere nella massima considerazione.

Il sito c’è e deve funzionare al meglio, deve rendere il più possibile in termini di comunicazione, nuovi clienti, maggior fatturato e utili aziendali.

Tuttavia è complicato capire in una scala da 1 a 10 (dove 1 è un sito male utilizzato e 10 è un sito che rende il massimo) su quale valore si collocano le tue pagine online e fino a dove potrebbero spingersi.

È un interrogativo interessante, perché credo che sia inconfutabile che benefici (soldi) possibili e non ottenuti, sono benefici (soldi) persi.

E, allora, cerco di fare chiarezza sugli strumenti basilari che servono per dare una risposta su questo punto.

È un tema piuttosto complesso quindi, alla fine di questo articolo, se vuoi pormi ulteriori domande, chiedere un chiarimento o darmi un tuo parere, potrai farlo semplicemente aggiungendo un tuo commento. Lo renderò pubblico a stretto giro.

Cominciamo. Si parte da un’analisi. Come certamente sai oggi esistono molti software, piuttosto sofisticati, che sono in grado di analizzare tutti i dati che risiedono sul tuo sito.

Quali software e quali dati lo vediamo subito.

Alcuni software sono gratuiti, altri sono molto costosi. Ovviamente, come tutto ciò che è gratis o che costa poco, anche i software gratuiti sono piuttosto limitati nelle loro funzioni.

Quelli più costosi sono, invece, ad utilizzo di studi web professionali che possono applicarli e, quindi, ammortizzarli su più clienti. Noi ne utilizziamo diversi.

Google Analytics è il software gratuito più performante, ma è necessario imparare ad analizzarne i dati.

Ti parlo di questo software, perché è il più semplice e tutti lo possono usare.

Molto spesso Google Analytics viene consultato solo per controllare il numero degli accessi giornalieri, ma in realtà questo genere di software può fornirti una marea di dati interessanti sui quali è indispensabile ragionare.

Il numero degli accessi è importante se lo raffronti con le iniziative che, di volta in volta, comunichi al tuo pubblico.

Una campagna, una promozione, un evento, un giro di mail possono produrre più o meno accessi a seconda del linguaggio usato, dell’orario in cui lo si veicola, dei testi e delle immagini pubblicate.

Tenere sotto controllo questo genere di informazioni significa ottimizzare le proprie comunicazioni per ottenere il massimo dei risultati.

Un’analisi approfondita dei dati d’accesso ti può dare anche molte altre indicazioni molto utili. In particolare ti fa sapere:

  1. con quale tipo di strumento vieni consultato (PC, tablet o smartphone),
  2. quali sono i giorni e le ore in cui ricevi maggiori accessi,
  3. se il tuo pubblico è prevalentemente B2C o B2B (privato o azienda),
  4. la geolocalizzazione di chi si interessa alla tue pagine,
  5. quali sono gli argomenti pubblicati che più interessano,
  6. quali sono le pagine che convertono di più (accessi = contatti),
  7. qual è il livello di fidelizzazione del tuo pubblico,
  8. dove sei più conosciuto (su Facebook, su Google, su YouTube, altri social),
  9. se la tua attività SEO è congrua con i risultati ottenuti,
  10. chi è il tuo pubblico (sesso, età),
  11. quale lingua parla il tuo pubblico (il 9% dei residenti in Italia sono stranieri),
  12. in quale provincia italiana o straniera vieni più consultato,
  13. quanto tempo il tuo pubblico rimane sulle tue pagine,
  14. come si comporta la tua concorrenza.

Ho volutamente numerato questi risultati, perché li andrò a riprendere, uno per uno, più avanti.

Ti assicuro che l’elenco delle informazioni potrebbe continuare a lungo, ma per il momento mi fermo a questi dati che sono i più rilevanti.

Davvero lasceresti nelle tasche

dei tuoi concorrenti

il denaro che potresti avere in tasca tu?

Certo, tu potrai obiettare che hai altro da fare durante il giorno, che non analizzare i dati della tua presenza sul web.

Permettimi di non essere d’accordo (ma qui mi aspetto tutte le tue contro osservazioni e i tuoi commenti).

Non sono d’accordo semplicemente perché è come se tu avessi comprato una Mercedes e ogni volta ti fai Milano-Roma sulla tua Panda di città.

Con il tuo sito o il tuo ecommerce tu hai nella mani uno strumento potentissimo per incrementare il tuo business. E il business che potresti sviluppare e non sviluppi, come ho già detto, è denaro che potresti avere in tasca e che lasci nelle mani dei tuoi concorrenti.

Difatti, sul web i potenziali clienti interessati ai tuoi prodotti o ai tuoi servizi ci sono e sono tanti. Se tu non riesci a catturarli, certamente loro si rivolgono altrove.

Dunque: o stai lavorando per passare il tempo e spendere il tuo denaro per gioco, oppure il tuo lavoro consiste nel portare a casa utili. In questo secondo caso essere su internet con profitto è una condizione indispensabile.

Essere sul web è un lavoro che produce denaro. Non lo si può considerare diversamente. Essere sul web significa “fare impresa”.

Togliamoci dalla convinzione che un sito sia un biglietto da visita e che un ecommerce venda giusto perchè l’hai messo online.

Chi continua a pensarla così, presto vedrà il caterpillar di un suo concorrente passargli sopra senza pietà.

Non mi stancherò mai di ripeterlo: i clienti ci sono, il pubblico interessato a quello che fai c’è. Quindi, se non te lo prendi tu lo lasci a chi fa il tuo stesso lavoro con strumenti più efficaci dei tuoi.

L’opportunità è tanto più grande, quanti più sono i tuoi concorrenti che non apprezzano le loro potenzialità online. Ti lasciano uno spazio enorme da conquistare subito.

Voglio andare ancora più a fondo di quanto ho appena detto. Lo faccio con un esempio reale (purtroppo quello degli esempi è un mio pallino … sopportami, per favore!).

Un imprenditore di mia conoscenza, chiamiamolo dottor Geraldino (in realtà il suo vero nome è piuttosto simile), si lamentava perché la web agency che curava il suo sito gli faceva pagare un sacco di soldi per generare lead (accessi).

In verità, più doc Geraldino metteva soldi e più gli accessi al suo sito aumentavano. Però non aumentava il fatturato e il numero di clienti acquisiti.

L’impresa di doc Geraldino è uno studio medico poli specialistico. La web agency che lo curava analizzava solo parzialmente i dati degli accessi. Il feedback sul dottor Geraldino era che la clientela contattata con le azioni per generare lead era ben profilata, quindi realmente interessata alla sua attività medica.

Un altro dato interessante era che chi visitava il sito abbandonava le pagine consultate in meno di 10 secondi.

La web agency, dunque, aveva proposto al dottor Geraldino di rivedere tutti i testi del sito, accorciandoli, per catturare l’attenzione dei suoi clienti potenziali proprio in quei 10 secondi di tempo.

Ok, doc Geraldino ha approvato la correzione, ha pagato ulteriore denaro perché i testi venissero tagliati drasticamente, ma (sorpresa!) gli utenti che riusciva a portare sul sito, pagando gli accessi (azione di lead generation), continuavano a scappare in meno di 10 secondi.

Disperazione totale che convince doc Geraldino a cambiare web agency sicché, questa volta, l’analisi dei dati di accesso viene esaminata con più cura.

La partenza è stata quella di constatare se realmente i clienti che venivano richiamati ad accedere al sito fossero ben profilati.

L’esito è stato positivo. Sì, la profilazione e la geolocalizzazione dei potenziali clienti era corretta. Quindi il problema doveva essere un altro e si scoprì che la precedente web agency ci aveva visto giusto: i contenuti dovevano essere modificati.

Peccato che invece di accorciarli dovevano essere allungati, cioè completati con maggiori informazioni.

Da un’analisi approfondita dei dati di accesso, difatti, appariva chiaro che il pubblico di doc Geraldino cercava una completezza del messaggio e non una sintesi eccessivamente riduttiva.

Il pubblico di doc Geraldino voleva informarsi, voleva capire, voleva essere rassicurato su certe terapie e sulla loro buona riuscita, voleva leggere case history. Molti erano essi stessi medici, che avrebbero potuto indirizzare nel centro medico di doc Geraldino i propri pazienti.

Che disastro! Quanti soldi ha speso il dottor Geraldino per ottenere un niente e quanti soldi ha lasciato ai centri medici suoi concorrenti?

Posso dirti che ora doc Geraldino ha un calendario di visite che riempie le sue giornate e quelle degli altri specialisti del suo centro medico.

Rapportando l’esperienza del dottor Geraldino a tutti i vantaggi che possono derivare dall’analisi dei dati, non ho dubbi ad affermare che ogni sito ed ogni ecommerce non possono essere abbandonati a se stessi.

Difatti (riprendo la numerazione di prima):

  1. è essenziale adattare le pagine online al tipo di device (pc, tablet, smatphone) con cui vengono consultate, lo si deve fare con la grafica e con i contenuti,
  2. se conosci i giorni e le ore in cui ricevi maggiori accessi, potrai meglio comprendere lo stato emotivo dei tuoi clienti nel momento in cui ti consultano (sono in pausa, lo fanno dopo cena, di domenica o nei giorni feriali…)
  3. il linguaggio usato per il B2B è molto diverso da quello necessario per il B2C,
  4. potresti scoprire che i tuoi clienti ti contattano da zone che finora hai trascurato e su cui hai un bacino di utenze da sfruttare,
  5. potrai migliorare proprio quelle comunicazioni che attraggono di più chi ti segue,
  6. focalizzerai le tue azioni di marketing sui prodotti o servizi che riscuotono più successo,
  7. svolgerai azioni di fidelizzazione più concrete, per aumentare il lifetime del tuo cliente,
  8. risparmierai sui media che ti rendono di meno o, se preferisci, migliorerai proprio lì la tua comunicazione,
  9. trasformerai le chiavi di ricerca in frasi più congrue alle richieste digitate dei tuoi clienti,
  10. sarai più puntuale nel colpire l’attenzione di uomini, donne, ragazzi, anziani,
  11. considererai se vale la pena spendere soldi in traduzioni,
  12. potrai riferirti a modi di pensiero, usi e costumi locali, sfruttando le provincialità tipiche del nostro Paese,
  13. allungherai il tempo (e quindi l’attenzione) che il tuo pubblico ti dedicherà, portandolo più facilmente a compiere un’azione verso di te,
  14. avrai conoscenza di cosa funziona nelle pagine online della concorrenza e quali sono i suoi punti deboli che potrai attaccare.

E molto di più.

In quella scala da 1 a 10, di cui ti parlavo prima, non siamo mai al massimo delle nostre potenzialità. Io stesso continuo ad analizzare i dati che riguardano il sito di evoluzionecommerce e cerco, giorno dopo giorno, di ottenere sempre maggiori risultati.

È quello che faccio anche con tutti i miei clienti.

Al massimo non si arriva mai. L’asticella può essere sempre alzata per la conquista di traguardi migliori.

È ciò che ti auguro e spero che questo post ti abbia acceso una luce su quanto grande possa essere il ritorno da un buon utilizzo del tuo sito o del tuo ecommerce.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

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