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Il Covid-19 abbatte le imprese? Questo è il momento di reagire online

Leccarci le ferite non serve. Utilizziamo questo periodo per riprogrammare le vendite anche attraverso l’uso del commercio elettronico. Leggi perché e come nell’articolo.

Inutile ribadirlo. In questo periodo sono molti gli imprenditori preoccupati per la loro attività presente e futura. Come sarà il mercato alla ripresa, dopo il Coronavirus? 

Quello che stai per leggere l’ho scritto per girarti alcune informazioni e considerazioni che ti possono aiutare a interpretare meglio il futuro più prossimo e quello che ci aspetterà tra pochi mesi.

Difatti questo periodo di clausura forzata può essere utilizzato al meglio, ragionando subito su come gettare le basi per mettere al riparo da nuovi terremoti finanziari, sia pur scongiurabili, il nostro lavoro, le nostre aziende, finanche le nostre famiglie.

Il punto è che ogni attività legata al commercio, non solo verso il consumatore ma anche tra azienda e azienda, è un puzzle formato da tanti piccoli tasselli indissolubili tra di loro

Se chiudono i negozi, chiudono le aziende che li riforniscono. Se chiudono le aziende, si fermano i macchinari e tutti gli apparati che servono per farli funzionare.

Alla fine, non neghiamolo, ogni prodotto o servizio, grande o piccolo che sia, arriva a un solo punto di congiunzione: il consumatore finale.

Gli analisti dicono che nulla, nelle attività produttive e distributive, sarà più come prima. Se cambia il mercato, cambiano anche le logiche per conquistarlo

Già oggi si sta verificando qualcosa che va esaminato a fondo.

Un esempio. Come descrive l’articolo del quotidiano romano Il Messaggero, sembra abbastanza incomprensibile il perché la gente stia comprando sempre meno nei supermercati, privilegiando gli acquisti online anche per i beni di prima necessità.

Ecco un breve sunto dell’articolo pubblicato il 3 aprile scorso. Poi torniamo a ragionarci sopra.

La Nielsen, il più grande istituto europeo di statistica, ci informa di una tendenza che non va sottovalutata per il futuro del commercio.

Le persone, sia per la paura dei contagi, sia perché accedere ai supermercati oggi significa fare ore di coda prima di potere entrare, hanno fatto una scelta. Quella della comodità. 

Comprare online è comodo e veloce.

Vorrei dire di più: le persone hanno imparato a comprare direttamente dagli ecommerce. Quel +162,1% di cui si parla nell’articolo ci deve assolutamente fare riflettere.

Difatti, c’è una domanda che ci dobbiamo porre, anche se una risposta numerica e scientifica ancora non ce l’abbiamo.

La domanda è: quanto di quel +162,1% continuerà ad approfittare della comodità di acquistare online, ora che ha forzatamente dovuto cambiare le sue abitudini di acquisto?

La percentuale non la conosciamo, ma certamente possiamo affermare (come dicono gli analisti) che sarà una percentuale piuttosto alta.

Anche i più restii hanno provato un nuovo modo di comprare e difficilmente lo abbandoneranno. Quindi non si può più stare fuori dal web per vendere e fare conoscere i propri prodotti o servizi.

È indubbio che il Coronavirus ha creato danni, a volte anche irreparabili, nelle attività produttive e commerciali.

Tuttavia, se utilizziamo questo periodo solo per leccarci le ferite e non per organizzare le attività future, il danno sarà inevitabilmente doppio. Soffriamo adesso e patiremo alla ripresa.

Sicuramente ci saranno diverse soluzioni per ricominciare e rinvigorire le attività attualmente bloccate dalle Leggi speciali. Non dico che il web sia la panacea a tutti i mali.

Tuttavia nel settore della produzione di beni e nel commercio (anche b2b) è assolutamente necessario prendere in considerazione l’evoluzione del commercio elettronico, entrato prepotentemente nella nostra vita quotidiana.

È una riflessione che non riguarda solo i beni di prima necessità, come ci informa il quotidiano online Wall Street Italia, in un articolo del 2 aprile scorso.

Già in altri precedenti post di evoluzionecommerce avevo scritto, ancor prima dello spargersi della pandemia, che era il momento di attivarsi velocemente verso il cambiamento.

Scrivevo, difatti, che molte piccole realtà stanno superando online il numero di vendite e il prestigio di aziende che da molti più anni sono attive con successo offline.

Queste piccole realtà stanno diventando grandi, anche grazie all’inerzia di chi si ritiene già leader nel proprio settore e, di conseguenza, non ritiene di dovere investire anche nel nuovo mercato mettendosi a vendere con un proprio ecommerce.

Anzi, alcuni il negozio online ce lo hanno già, ma quasi per seguire una moda e non con la convinzione di utilizzarlo al meglio per quanto potrebbe produrre in termini di nuovo fatturato e maggiori utili aziendali. Difatti, o non funzionano o rendono pochissimo.

Tra molti nostri imprenditori manca ancora la consapevolezza delle potenzialità del commercio elettronico e di cosa sia necessario fare perché un negozio online abbia successo.

Benché oggi, con le attività paralizzate, ci sia una corsa a parare il colpo attraverso le vendite online, è spaventoso vedere come si affronti il tema dell’ecommerce con tanta superficialità

Molti, erroneamente, pensano ancora che per vendere online sia sufficiente pubblicare il proprio catalogo di prodotti. Ma purtroppo non è così.

Prima di maneggiare un fucile bisogna sapere come funziona, altrimenti ci si fa male. Per un ecommerce è la stessa cosa. È un’arma potente che bisogna imparare ad usare.

Società come la nostra lavorano senza tregua nel tentativo di essere utili anche agli altri, soprattutto per spiegare come affrontare il cambiamento di un mercato che ormai da tempo, pandemia a parte, lancia concreti segnali di richiamo.

Ecco, io credo che non utilizzare questo periodo, in cui abbiamo più tempo per ripensare e riprogrammare le attività, sia un grave errore.

Così come sarebbe un errore lasciarsi andare all’isteria di volere immediatamente risolvere un problema di calo dei fatturati, cercando di vendere online senza prima averne valutato con rigore vantaggi e strategie.

I miracoli non esistono, ma esiste un mercato assolutamente nuovo, diverso da quello tradizionale, dove ormai tutto il mondo si sta dirigendo. Bisogna ragionarci sopra.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

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