Con questo articolo evoluzionecommerce traccia le statistiche relative a chi e a quanti sono gli italiani che comprano online, con quale frequenza acquistano, quali sono i prodotti più venduti, dove e come si compra e qual è il trend di crescita delle vendite online nel nostro Paese. Sono dati che ci inducono a riflettere sulla […]
Con questo articolo evoluzionecommerce traccia le statistiche relative a chi e a quanti sono gli italiani che comprano online, con quale frequenza acquistano, quali sono i prodotti più venduti, dove e come si compra e qual è il trend di crescita delle vendite online nel nostro Paese.
Sono dati che ci inducono a riflettere sulla reale importanza di possedere o meno un ecommerce di proprietà.
Particolare attenzione riserverò agli ecommerce di proprietà delle PMI.
I dati che riporto sono tratti dagli ultimi studi di Idealo, uno dei più affermati comparatori di prezzo in Europa, del CEPI (Confederazione Europea delle Piccole Imprese) e dell’Osservatorio del Politecnico di Milano, cui evoluzionecommerce si appoggia per le ricerche di marketing più avanzate.
Partiamo da un dato generale: il mercato online in Italia, nel 2018, ha prodotto vendite per 41,5 miliardi di euro, con una crescita del 18% rispetto ai fatturati del 2017.
Difatti oltre il 59% degli italiani acquista online. In termini molto pratici possiamo dunque affermare che 6 italiani su 10 si collegano ad un ecommerce per i propri acquisti.
La frequenza con cui gli shopper spendono i loro soldi online è certamente un dato molto interessante, per capire se gli acquisti sul web sono casuali o abitudinari.
Il dato, che mi sembra molto rilevante, è che il 76% degli acquirenti compra da internet almeno una volta al mese.
Ancora una volta, in termini pratici, si può affermare che i potenziali clienti online sono oltre 35 milioni (nel 2023 si prevede che raggiungeranno quota 41 milioni) e che circa 27 milioni producono, da soli, oltre 424 milioni di transazioni all’anno.
Una cifra da capogiro.
Di particolare interesse è la forte crescita, rispetto agli anni precedenti, degli acquisti prodotti dalle donne, che si stanno rapidamente avvicinando alla percentuale degli uomini che comprano online.
Circa il 41% delle transazioni è effettuata da donne, contro un 59% dei maschietti. La maggior parte di loro si aggira su un’età media tra i 35 e i 44 anni.
Il dato diventa ancor più interessante, se si considera che il tipo di comunicazione da veicolare attraverso le proprie pagine web è molto diverso se ci si rivolge a un pubblico maschile, piuttosto che a un pubblico femminile.
Spesso una buona componente del successo di un ecommerce dipende fortemente da quanto sia congrua la comunicazione rispetto al pubblico verso cui viene indirizzata.
Cosa usano gli shopper italiani per comprare? Prevalentemente lo smartphone. Poco più di un consumatore su due, in Italia, compra online utilizzando il suo telefonino.
Questo è un dato che non va trascurato, perché ancor oggi ci sono siti ed ecommerce che non sono ottimizzati per la navigazione da cellulare. Ciò significa perdere più della metà dei potenziali clienti, lasciandoli nelle fauci di una concorrenza più accorta.
È comunque indiscutibile il fatto che la diffusione dello smartphone abbia inciso in modo determinante nella comodità di acquistare online.
Rimanendo nell’ambito degli usi e dei costumi degli shopper online, va aggiunto che un buon 90% acquista dopo essersi informato sulla affidabilità del venditore attraverso le recensioni: quelle positive sul sito e quelle negative sui social.
Riguardo alle prime, chi naviga è ormai sufficientemente pratico per capire quali siano le recensioni fasulle e quelle invece reali.
È molto facile inserire su un sito o su un ecommerce delle recensioni ad usum delphini.
Normalmente si inserisce un nome, l’iniziale di un cognome e la successiva recensione. In questo caso non vi è nessuna sicurezza che quella persona esista veramente e che abbia realmente effettuato un acquisto di cui sia rimasta soddisfatta.
Le possibilità di pubblicare una recensione affidabile sono due:
Nel secondo caso la recensione viene accompagnata da un certificato di un ente terzo. Nel primo caso è possibile confrontare la fotografia con altre ricerche su Google o sui social.
Più informazioni si danno e più il consumatore concede la sua fiducia.
Una tendenza che fortunatamente sta modificandosi al ribasso è quella della scelta per il miglior prezzo.
La battaglia del prezzo è presente soprattutto su Amazon (unitamente alle innumerevoli problematiche di cui ho già parlato su questo magazine) e sugli altri marketplace. Per certi prodotti spesso il prezzo cambia al ribasso più volte nelle 24 ore.
Gli ecommerce di proprietà delle singole aziende o professionisti devono essere concepiti per non subire la stortura del minor prezzo. che limita sempre di più le marginalità e svilisce la qualità del prodotto.
Chi acquista in base al prezzo scende, nel 2019, a meno del 17% dei consumatori online.
Un altro dato molto interessante è la classifica dei prodotti più venduti, dove l’elettronica la fa da padrona con il 43%.
Tuttavia sono in forte espansione anche i prodotti per:
La percentuale per ciascun prodotto cambia sensibilmente da regione a regione.
Questo è un dato molto importante per chi vuole fare marketing sul territorio italiano. In base alla sua proposta può selezionare le regioni di maggiore interesse sia in merito alla domanda, sia in merito alla presenza di una minore concorrenza.
Ciò che appare strano è quanto ancora le aziende italiane siano lontane dal proporsi online all’estero. Il made in Italy è molto richiesto e molte sono le aziende che potrebbero beneficiare di quella facilità di comunicazione, che è tipica del web.
Come avviene anche nel commercio tradizionale, quando vi sono periodi promozionali o di festività natalizie, anche nelle vendite online si registrano rilevanti picchi di affari. Online siamo intorno a un +25%.
La massima concentrazione delle vendite al consumo va tra inizio ottobre e il 29 novembre, data del friday.
Purtroppo molti ecommerce italiani non sono pronti ai ritmi di questa esplosione del mercato. Difatti, per essere efficaci già in ottobre bisogna cominciare ad impostare le proprie campagne e l’attività SEO più opportuna già da molti mesi prima.
Su questo punto una grossa responsabilità delle mancate vendite è sulle spalle dei consulenti web (leggi anche web agency), non particolarmente attenti alle tempistiche del nuovo mercato.
Ebbene, i dati qui sopra riportati sembrano essere un divertente gioco dei numeri. Tuttavia si tratta di dati reali sui quali è bene ragionare.
Difatti, sebbene non tutte le aziende abbiano la possibilità di aprire un ecommerce, è bene avere la consapevolezza che ci troviamo di fronte a un mercato immenso e in continua crescita.
Per ogni azienda, per ogni singolo prodotto internet ci mette a disposizione una miriade di dati (quelli riportati sono una infinitesima parte) che offre all’imprenditore la possibilità di sapere a chi vendere, dove e come.
È uno dei principali vantaggi di cui gode l’ecommerce rispetto alle vendite tradizionali.
Soprattutto bisogna rendersi conto che un ecommerce di successo si basa su dati scientifici, su una ricerca di mercato approfondita e su una comunicazione capillare. Quindi non può essere un ecommerce fai-da-te o costruito da sedicenti esperti.
Vendere online è un’azione seria, perché deve produrre nuovi interessanti utili aziendali, ai quali (se possibile) non è bene rinunciare.
Come ho appena detto, le statistiche qui descritte sono solo una piccola parte delle informazioni che si possono trarre dal web a favore di nuove e cospicue vendite.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
Scopri di più sul "Focus del mese"
molto interessante
Grazie Dominique. Come certamente sai, oggi non è più possibile approcciare il mercato senza cognizioni scientifiche e, per questo, reali. Buon lavoro.