Partiamo da un presupposto. Voglio essere il meno tecnico possibile, per facilitare la lettura di questo post. Lo scopo è quello di farti capire, mostrandoti elementi certi ed esempi concreti, che per il tuo sito o ecommerce non è necessario pagare un canone annuo. Se al contrario qualcuno ti sta imponendo un canone annuo, sappi […]
Partiamo da un presupposto. Voglio essere il meno tecnico possibile, per facilitare la lettura di questo post.
Lo scopo è quello di farti capire, mostrandoti elementi certi ed esempi concreti, che per il tuo sito o ecommerce non è necessario pagare un canone annuo.
Se al contrario qualcuno ti sta imponendo un canone annuo, sappi che ne puoi tranquillamente fare a meno.
O meglio, qualcosa è necessario pagare, ma le cifre sono esclusivamente quelle relative alle seguenti voci:
Diamo subito un valore a queste due voci:
Niente di più!
Attenzione ci sono web agency che impongono cifre molto superiori. È un’azione che sembra del tutto ingiustificata. Il sito o l’ecommerce va pagato una volta sola. Poi diventa tuo e non devi pagare più niente, salvo le due voci ai prezzi sopra elencati.
Puoi contattarci (vedi fine articolo) per avere maggiori informazioni in merito.
Entro brevemente nei dettagli, mantenendo la promessa di essere “minus” tecnico. Partiamo dai costi annuali per la registrazione del dominio e il suo mantenimento.
Il nome a dominio che hai scelto, ad esempio pippo.it, risiede in uno dei server autorizzati (ad esempio quello di Register) che lo associa mediante un algoritmo ad un indirizzo numerico (si chiama indirizzo IP) di esclusiva proprietà della rete (quindi di nessuno in particolare), gestito dalle Authority Name presenti in quasi tutti i Paesi del mondo.
In Italia è il NIC e il nome a dominio è seguito da un .it. In Francia .fr, in Svizzera .ch, nel Regno Unito .uk e così via.
Solo 15 Euro all’anno per tutto questo.
Non ti parlo dei .com, .net eccetera, ma si tratta di gestioni di pochissimo più costose.
Chi digita il tuo indirizzo web, www.pippo.it, grazie a questo sistema viene veicolato sulle tue pagine che risiedono all’interno di un server, dove sono ospitate dietro il pagamento del servizio di hosting.
I 200 Euro annui (al massimo) di cui ti parlavo, come costo del servizio hosting, sono relativi a siti o ecommerce che sviluppano un traffico non particolarmente intenso.
Se, al contrario, il traffico sviluppato prevede un grande afflusso di utenti in contemporanea (parliamo di qualche centinaio di persone che fanno clic sulle tue pagine nello stesso momento), i costi salgono.
Ovviamente, in questi casi, stiamo parlando di servizi particolarmente impegnativi, come grandi ecommerce, compagnie di assicurazioni, banche, istituzioni ed altro.
In generale, non stiamo parlando di artigiani, liberi professionisti e PMI.
In ogni caso ciò che non si deve MAI pagare è un canone ripetitivo sulla realizzazione del sito.
Fai bene attenzione su quanto ti ho già detto e voglio ripeterti: un sito o un ecommerce lo paghi quando lo realizzi, poi diventa tuo per sempre.
I canoni annui che devi pagare sono solo quelli del dominio e dell’hosting. Finito lì. I prezzi sono quelli che ti ho definito.
Ecco perché, se ci sono web agency che ti affibbiano fatture di diverse centinaia di euro all’anno, spesso migliaia, hai tutto il diritto di lamentartene e di cambiare fornitore.
Sono la tua TASSA VOLONTARIA che non dovresti mai versare.
Purtroppo c’è di più. Qualcosa che considero molto grave e che è stato anche oggetto di cause civili e di arbitrati, come prevede la Normativa vigente.
E qui arrivo all’esempio che ti avevo preannunciato. Sappi che chi si è trovato nella situazione che sto per descrivere non è l’unico, anzi fa parte di una fitta schiera di aziende il cui sito è stato improvvisamente oscurato.
Ovviamente non farò il nome dei protagonisti della vicenda per motivi di privacy. L’importante è che tu capisca se è un caso che può riguardare anche te.
Chiamerò Pippo l’azienda e Pluto la web agency.
Pippo si era rivolto a Pluto per realizzare un ecommerce. Pluto ha eseguito al costo di circa 12.000 euro e per 4 anni, ogni anno, ha imposto a Pippo un ulteriore canone di 2.800 euro.
Nonostante il costo iniziale, l’ecommerce di Pippo non ha funzionato molto bene. Pochi ordini a fronte di eccessivi costi in campagne pubblicitarie.
Pippo ha lavorato in perdita.
Dopo il quarto anno Pippo finalmente si sveglia. Questo a grandi linee il dialogo tra lui e Pluto.
“Buongiorno signor Pippo, sono qui per rinnovare l’abbonamento del suo ecommerce”.
“Grazie Pluto, ma ci voglio riflettere un po’. Mi costa molto e i risultati non sono quelli che mi aspettavo”.
“Capisco, signor Pippo, però l’abbonamento è già scaduto da un mese. Avrei dovuto chiuderle l’ecommerce già il mese scorso. Colpa mia, che sono stato molto impegnato. Comunque per lei è meglio. Paga con un mese di ritardo”.
“Per cortesia, Pluto, mi lasci qualche giorno per decidere cosa fare. Da una parte non sono soddisfatto dei risultati, dall’altra parte non vorrei chiudere e perdere quei clienti che mi sono conquistato nel corso di questi quattro anni, in cui ho investito un sacco di soldi”.
“Guardi Pippo lei è già in ritardo, per cui non posso concedere altro tempo. La mia amministrazione non me lo consente. Se non rinnova le oscurano il sito”.
Non sto a riportarti qui il seguito della conversazione, anche perché Pippo ha congedato Pluto con un vaffa neppure malcelato.
Morale: dopo solo due giorni Pluto aveva oscurato l’ecommerce a Pippo. Digitando l’indirizzo di Pippo appare ora una bella scritta che recita: questo dominio è di proprietà di Pluto.
Brutta azione, a mio parere, visto che a pagare è sempre stato Pippo.
In soli due giorni Pippo ha perso il dominio, le pagine e i prodotti del suo ecommerce, l’elenco dei clienti, lo stato degli ordini e tutto quello che aveva pagato.
Quanto? 12.000 euro più quattro annualità da 2.800 euro cadauna. In tutto 23.200 euro gettati al vento in soli 4 anni.
Cosa ha fatto poi Pippo?
Si è rivolto a un’altra web agency, ha speso altri soldi per un nuovo ecommerce, lo ha pagato una sola volta e per i rinnovi ha speso solo 15 euro per il dominio e meno di 200 euro per l’hosting.
Di fatto, Pippo ha smesso di perdere denaro.
Vediamo cosa ci insegna l’esperienza di Pippo:
Innanzi tutto una delle prerogative del web è quello di essere una rete libera. Niente di meno indicato, dunque, che essere soggetti alle imposizioni di qualcuno.
Pur senza saperlo, Pippo si era ammanettato da solo. Ora è libero di gestire il suo ecommerce e di scegliere la web agency con cui si sente più a suo agio.
Non ha più sul collo il giogo di Pluto. Risparmia un sacco di soldi ogni anno e non ha più motivo di angosciarsi per una ipotetica saracinesca che improvvisamente si abbatte sbarrando gli accessi al suo lavoro.
L’esperienza di Pippo ci insegna anche che non si deve accettare passivamente quello che le web agency danno per scontato. Fanno i loro interessi, non i tuoi. Di fatto stai mettendo nelle loro mani il tuo futuro online.
Infine, ci insegna che è bene attrezzarsi per tempo, molto prima della scadenza per un eventuale rinnovo contrattuale.
Difatti, per realizzare professionalmente un nuovo sito o un ecommerce ci vuole tempo. Se trovi chi te lo realizza in un paio di settimane dall’ordine, vuol dire che ha poco lavoro in cascina. Potrebbe non essere affidabile.
Realizzare un sito o, ancor peggio, un ecommerce prevede tutta una serie di attività che vanno gestite con professionalità. A volte sono necessari mesi di lavoro.
Dunque, prima che il tuo sito venga oscurato, attrezzati per tempo. Oppure continua a pagare ogni anno la tua tassa volontaria. È una tua scelta.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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