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Amazon Business cos’è e come attacca le imprese italiane

Ecco l’ultima aggressiva strategia di Amazon. Complici alcune web agency si sostituisce agli interessi degli imprenditori italiani.

In questa “pillola” molto cruda di evoluzionecommerce voglio rivelare alle imprese italiane, qual è l’ultima aggressiva strategia di Amazon, a mio modesto parere molto pericolosa per lo sviluppo dei loro profitti online.

Amazon sta sollecitando la complicità delle piccole e più sprovvedute web agency per proporre agli imprenditori italiani di immolarsi agli interessi di Jeff Bezos & Company.

È proprio questo il succo dell’articolo che stai per leggere.

Ecco quello che sta succedendo e perché Amazon, attraverso il suo canale business, ha deciso di impostare una strategia che, a mio parere, va contro gli interessi online delle attività commerciali italiane. E dalla quale, dunque, è necessario difendersi, persistendo nella politica di aprire e gestire propri e-commerce, senza cedere alle lusinghe di cui parlerò a breve.

Partiamo da un dato scientifico, reso noto dalle ultime indagini degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano, università numero uno in Europa nel settore delle analisi e della ricerca sul mondo degli e-commerce.

Difatti, benché colossi come Amazon ed Ebay occupino da soli circa il 46% del mercato online globale, nei singoli settori merceologici si rivelano meno affermati che non gli e-commerce di produttori o specialisti settoriali.

Per essere più chiaro, Amazon vende più di tutti perché il suo e-commerce contiene milioni di prodotti e, quindi, nella sua globalità produce il numero di vendite più alto.

Ma se le statistiche di vendita sono spacchettate sui singoli settori, ecco che la supremazia passa da Amazon ai singoli e-commerce di proprietà di altre aziende, quali commercianti, terzisti, produttori, professionisti.

Peraltro Amazon si è accorta che, dopo i primi entusiasmi degli acquisti online che ingenuamente rincorrevano il risparmio sulla spesa, oggi non è più la battaglia del prezzo ad essere vincente, quanto quella della qualità e, soprattutto, dell’assistenza prima e dopo la vendita.

Si chiama battaglia sulla personalizzazione dei singoli e-commerce.

Il progetto di Amazon, dunque, è molto semplice da svelare. Il progetto è quello di convogliare sul proprio e-commerce, quanto più velocemente possibile, il desiderio di vendere online da parte delle imprese italiane. Il desiderio (purtroppo una chimera) di vendere velocemente e con inesistenti sforzi finanziari.

Tuttavia, ben sappiamo come il Paese delle Meraviglie non esista. Quando eravamo bambini,  molte fiabe ce lo hanno più volte rivelato.

Se da una parte questa azione di Amazon, su cui entrerò a breve nel dettaglio, è negativa perché rappresenta un pericolo per le nostre imprese, dall’altra parte è positiva perché esclude dal mercato tutti coloro che amano farsi incantare.

Questo provoca una benefica selezione naturale tra chi vende online con profitto e chi invece ne rimarrà deluso.

Ecco come si sta muovendo Amazon. Lo strumento che sta usando per far scintillare il Paese delle Meraviglie sono le piccole e meno attrezzate web agency.

Difatti, un call center di Amazon sta investendo di telefonate tutti coloro che, a quel livello, si propongono per costruire siti web ed e-commerce. Questo il tono della chiamata:

  • Buongiorno, qui è Amazon che parla. Voglio proporvi una forma di collaborazione tra Amazon e la vostra agenzia.

Un approccio di questo genere, a chi fa fatica a mettere insieme il pranzo con la cena, suona come un’opportunità imprevista, affascinante, quasi miracolosa. La telefonata continua:

  • Amazon ha deciso di mettere a vostra disposizione un consulente per guidare i vostri clienti a vendere sul nostro e-commerce. Come voi sapete Amazon è il numero uno e… bla bla bla. I vostri clienti potranno inserire i loro prodotti su Amazon ed essere seguiti nei processi di vendita … bla bla bla.

Vediamo in che condizioni si trova la web agency e qual è il processo mentale che vuole fare scattare Amazon.

Sono molte le web agency, in Italia, che si improvvisano come esperte di e-commerce. Talune stampano biglietti da visita, depliant per il porta-a-porta, tesine universitarie e, per arrotondare, realizzano anche qualche sito web.

Non sono professionisti di questo settore, perché non sono focalizzate sulla crescita dei profitti delle aziende online. Fanno di tutto un po’ e per questo io non le ritengo affidabili per costruire un progetto serio online.

In altre “pillole” di evoluzionecommerce abbiamo più volte approfondito come e perché il commercio online abbia bisogno di specialisti per ottenere risultati soddisfacenti in termini di vendite e di utili aziendali.

Pagare un e-commerce per inserire un catalogo online, e poi abbandonarlo a se stesso, non ha alcun senso. Non è questo ciò che conviene.

Quindi, quando una web agency di quel tipo o del tipo di quelle che abbandonano il cliente a se stesso (peraltro dopo avere emesso e incassato la propria fattura) si vede arrivare una proposta di collaborazione da Amazon, fa triplici salti di gioia.

Il processo mentale che scatta nella loro mente è semplicemente questo:

  • contatto una molteplicità di potenziali clienti grazie a un servizio che posso offrire a basso costo, in quanto il mio impegno è limitato a spiegare al cliente come funziona Amazon,
  • gli insegno ad inserire i primi prodotti,
  • incasso e me ne vado,
  • al massimo posso aggiungere nel contratto la richiesta di una percentuale sulle vendite, tanto anche se non vende i miei soldi di base me li sono già portati a casa. Inoltre faccio intendere al cliente di essere interessato alla sua crescita.

Nel video che trovi qui sotto, se hai voglia di approfondire questo argomento (cosa che molto umilmente ti consiglierei di fare), è ben specificato perché andare a vendere su Amazon potrebbe essere un suicidio commerciale.

Tuttavia, come ho già scritto da altre parti di evoluzionecommerce, ti riassumo molto brevemente perché è sconsigliabile vendere attraverso Amazon e Amazon Business:

  • essere presenti su Amazon non significa avere la certezza di vendere, ma soltanto la certezza di avere affidato le tue vendite ad un tuo concorrente online: è il suo brand che viene qualificato, non il tuo;
  • vendere su Amazon non è gratis, ma Amazon ti richiede denaro per fare vedere i tuoi prodotti. Senza questi investimenti non venderai mai;
  • vendere su Amazon significa mettersi in concorrenza sul prezzo con tanti altri tuoi competitor. Amazon non sceglie te perché sei il più bello o il più bravo. Amazon fa giustamente i suoi interessi, indipendentemente dai tuoi, quindi strozza i tuoi guadagni per essere più competitivo sul mercato;
  • per contratto Amazon potrebbe decidere, senza che tu ti possa appellare, di favorire le vendite di altre aziende uguali alla tua e quindi, in un solo minuto, di azzerare le tue vendite a favore di altri;
  • i clienti che acquistano i tuoi prodotti su Amazon sono clienti di Amazon e restano tali. Non sono clienti tuoi;
  • tutte le tue fatiche finanziarie e di miglioramento dell’offerta vanno a vantaggio della crescita di Amazon e non della tua azienda.

Potrei continuare, ma forse basta questo. Bene inteso: Amazon non è da condannare per questo, perché è una impresa e non un ente di beneficenza. Fa i suoi interessi, come è giusto che sia.

Tornando, quindi, a come Amazon ha impostato la sua strategia di attacco alle imprese italiane con la complicità delle web agency, vorrei riassumere dicendo che:

  • la nuova offerta è nel totale interesse di Amazon;
  • le piccole web agency sfruttano l’emotività del cliente per fare apparire conveniente essere presenti su Amazon e, per questo, farti pagare la loro intermediazione;
  • le imprese sono destinate a spendere denaro verso Amazon e verso le web agency, accorgendosi tra qualche mese di avere gettato al vento le proprie risorse finanziarie, senza ottenere i risultati sperati.

Molto forte questa “pillola” di evoluzionecommerce? Certamente sì, ma la verità non è sempre piacevole e spero di averti dato validi strumenti di riflessione.

Il mio consiglio è: apri un tuo e-commerce e non immolarti all’e-commerce di altri.

Ora ti lascio al video che ti avevo promesso e spero davvero che tu abbia il tempo per guardarlo e per ragionarci un po’ su.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

Scopri di più sul "Focus del mese"

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