cerca

Acquisti online 2021: ogni mese 5 italiani su 6 comprano da internet

Il dato è reso noto da Facile.it su indicazione Adnkronos. L’elenco dei prodotti più richiesti. E Amazon non la fa più da padrone: ecco perché. Ma in Italia resta ancora il problema delle imprese che stentano ad adeguarsi al nuovo mercato, consegnando i clienti a spagnoli, francesi e tedeschi. Reagire è d’obbligo.

C’è un importante aggiornamento sui dati di acquisto degli italiani che comprano online. Cinque italiani su sei comprano dai siti e-commerce almeno una volta al mese.

Il dato è riportato dal portale facile.it quale anticipazione delle statistiche elaborate da Idealo, su indicazione dell’agenzia di stampa Adnkronos.

I prodotti che nel 2021 stanno avendo maggiore successo sono i seguenti in un ordine che segue i volumi di vendita:

  • Elettronica
  • Moda
  • Accessori e ricambistica
  • Arredamento
  • Giardino
  • Sport
  • Salute
  • Bellezza
  • Food
  • Prodotti per l’infanzia
  • Automobili
  • Motocicli
  • Giocattoli
  • Gaming
  • Bevande
  • Articoli per animali
  • Frigoriferi
  • Scarpe
  • Ferramenta

Queste sono le categorie top. Seguono poi le altre con percentuali di vendita inferiori.

Un altro dato molto importante che emerge è che Amazon non fa più da padrone nelle vendite su ognuna di queste singole categorie.

Ovviamente Amazon continua ad essere l’e-commerce che vende di più in assoluto, non soltanto in Italia ma in tutto il mondo occidentale.

Tuttavia il suo primato sulle vendite deriva dalla grande quantità di articoli presenti nel suo catalogo.

Al contrario, per ogni singola categoria merceologica, esistono e-commerce proprietari che sullo specifico prodotto sono leader.

Nel 2020 Amazon ha fatturato oltre 346 miliardi di dollari, ma il frazionamento sui singoli fornitori è immenso e, molto spesso, non è neppure sufficiente a ripagare le spese.

C’è poi una duplice contestazione di grande valore che i fornitori muovono verso Amazon e, per questo, se ne stanno allontanando:

  • i crescenti costi pubblicitari per avere visibilità all’interno del marketplace
  • l’accostamento di offerte simili da parte di fornitori concorrenti

Per quanto riguarda il primo punto, Amazon si propone ormai come un motore di ricerca. Tende a fare concorrenza a Google per la richiesta dei prodotti e, quindi, mostra prevalentemente le cosiddette sponsorizzate.

Chi più paga per sponsorizzare i suoi articoli presenti su Amazon, più facilmente appare come risultato di una ricerca.

Difatti, su Amazon la battaglia tra i fornitori è prevalentemente basata sulla capacità dei loro investimenti pubblicitari.

Per quanto riguarda il secondo punto,  il prodotto sponsorizzato non viene proposto come unico, ma insieme a tanti altri prodotti simili di altri fornitori concorrenti.

Questo sistema compromette seriamente ogni investimento di marketing su Amazon, cui si aggiungono tutte le altre negatività e pericolosità di cui abbiamo parlato più volte su questo blog.

C’è da dire che anche Google Shopping non mostra un solo prodotto da proporre come acquisto su una determinata ricerca, tuttavia Google non privilegia la quantità dell’investimento, quanto i contenuti delle schede-prodotto.

Google vuole essere autorevole e, per questo, sollecita le imprese a fornire informazioni il più possibile congrue ad una ricerca effettuata dal potenziale consumatore.

Inoltre Google Shopping, grazie ad Analytics, è molto utile per la raccolta di dati necessari alle successive campagne di marketing e di retargeting. Dati che Amazon tiene stretti solo per sé. Ovviamente.

Quella di Google è una valutazione molto meno elementare di Amazon, ma tale da invitare le aziende ad una serietà sulle offerte, che gli algoritmi del motore di ricerca sanno come interpretare e premiare.

Va da sé, dunque, che anche in Italia (come già è avvenuto in altre parti del mondo) gli imprenditori stanno spostando sempre di più l’obiettivo delle loro vendite online verso e-commerce di proprietà che non affidandole ai grandi marketplace.

Se 5 italiani su 6 comprano abitualmente online, è evidente che quello di internet è un mercato che va attenzionato e dal quale ormai non si può più restare fuori, sia nelle vendite al consumatore, sia nelle transazioni tra azienda e azienda (b2b).

Il problema, dunque, non è più quello se realizzare o meno un proprio e-commerce, ma come costruirlo e come farlo funzionare.

È un problema che le aziende italiane devono risolvere al più presto, perché a causa dei loro tentennamenti decisionali stanno favorendo le aziende straniere che, passo dopo passo, invadono il nostro mercato, soffiando clienti alle imprese nostrane.

Spagnoli, tedeschi e francesi sono i più aggressivi e ci stanno togliendo vaste fette di mercato. Stanno diventando sempre più potenti, sviluppano sempre maggiori fatturati anche nel nostro Paese, reinvestono parte degli utili per dominare sempre di più il mercato online.

Sono invece molte le imprese italiane che, per non investire qualche migliaio di euro, stanno lasciando agli stranieri mercati milionari.

Poi bisognerà spendere molto di più per recuperare le posizioni perdute.

Certo, molte società italiane hanno già un loro e-commerce ma, con l’esperienza che mi faccio tutti i giorni parlando con gli imprenditori, posso affermare che lo hanno spesso considerato come figlio di un Dio minore.

Non hanno seguito un metodo per costruirlo. Non stanno seguendo un metodo per gestirlo e per ottenere risultati.

Quello che manca a molti imprenditori è una cultura scientifica dei passi necessari per avviare un proprio e-commerce di successo e dei conseguenti punti di azione.

Manca un’adeguata istruzione e un successivo affiancamento per accompagnarli dalle prime vendite, verso traguardi davvero importanti.

Noi di evoluzionecommerce non abbandoniamo i nostri clienti prima che abbiano raggiunto il primo milione di vendite online. Partendo quasi da zero. Non si può e non si deve.

C’è chi ci arriva in 8 mesi, c’è chi ci arriva in due anni. Ma nel frattempo non può essere abbandonato a se stesso e ad una conoscenza pressapochista del mercato in cui ha deciso di cimentarsi.

Cosa ci vuole dunque per catturare con successo quei 5 italiani su 6 che almeno una volta al mese comprano su internet?

Essenzialmente i fattori sono due:

  • la voglia di vincere
  • la conoscenza delle logiche che governano le vendite sul web

La voglia di vincere è fondamentale. Gli imprenditori titubanti non sono mai vincenti. Sono prudenti, è vero, ma una volta messi sul piatto i vantaggi e gli svantaggi di una certa azione, poi una decisione va presa.

La conoscenza delle logiche di come funzionano le vendite online non piove dal cielo. Non si studia sui “sentito dire” e tanto meno su manuali del fai-da-te.

Ognuno può costruirsi un proprio e-commerce con i tool che oggi sono disponibili su internet. 

Prima di usarli, tuttavia, non è sufficiente programmare di mettere insieme un catalogo. Bisogna conoscere le strategie con cui impostarlo. E per questo non c’è nessun programmino facile che te lo possa insegnare.

La presunzione di affrontare un mercato, soltanto perché tecnicamente c’è uno smanettone capace di mettere insieme qualche foto e qualche testo, porta all’inevitabile spreco di risorse economiche e di energie personali.

Cinque italiani su sei significano una percentuale dell’83,4%. È una percentuale molto alta per non essere tenuta nella giusta considerazione. Ci vuole serietà.

"Quanti tuoi clienti comprano online?"

Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.

Scopri di più sul "Focus del mese"

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *