Una schiera di studenti danno vita a vendite online di abiti e accessori piuttosto ricercati e in edizione limitata, con il risultato di ottimi guadagni
L’idea di vendere online i capi di abbigliamento di seconda mano è nata ai primordi della storia degli e-commerce.
Nel mondo ci sono aziende che oggi hanno a catalogo oltre tre milioni di articoli e che, ogni mese, si rinnovano ad una frequenza di 550.000 nuove proposte fashion.
Aldilà delle grandi imprese commerciali, con sedi a Madrid, Parigi, Londra, New York e Berlino, quello dell’abbigliamento usato è un mercato che vede impegnati, soprattutto, ragazzi poco più che maggiorenni.
Si tratta prevalentemente di studenti, attratti da guadagni di un certo rilievo, e dalla comune passione per il reselling, un tipo di attività che consiste nel mettere in vendita prodotti molto ricercati e, di solito, in edizione piuttosto limitata.
Una previsione del Sole24Ore ci dice che nel 2028 questo mercato supererà il valore di oltre 64 miliardi di dollari. Il dato proviene da un report di ThredUp, una piattaforma americana dedita al fashion usato.
Anche in Italia si tratta di un mercato in forte crescita. Vengono richiesti abiti e accessori firmati che, essendo usati ma con la garanzia delle perfette condizioni, costano davvero poco rispetto ai prezzi del nuovo.
Difatti, se in un primo momento gli acquirenti erano soprattutto donne, oggi vi è una forte richiesta anche da parte del pubblico maschile, soprattutto nel settore delle calzature limited edition.
Questa la domanda a cui molte aziende devono dare risposta.
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